Dall’incipit del libro:
Ciò che fa maggiore impressione sull’animo di un lettore moderno della Visio Pauli, non è la descrizione degli orrori e dei tormenti infernali, nè la descrizione, assai più sbiadita, della letizia e dei gaudî celesti, in quella unica redazione che la contiene; ma bensì la parte del racconto in cui è ritratto l’avvenimento ultimo della visita di San Paolo all’inferno. L’apostolo, guidato dall’arcangelo Michele, ha tutto percorso il doloroso regno, ha veduto i varî ordini di peccatori e gli aspri castighi a cui li assoggetta la divina giustizia, ha versato a quella vista lacrime di pietà e di dolore. Egli sta per togliersi all’orror delle tenebre, quando i dannati gridano ad una voce: O Michele, o Paolo, movetevi a compassione di noi; pregate per noi il Redentore! E l’arcangelo dice loro: Piangete tutti, ed io piangerò con voi, e con me piangeranno Paolo e i cori degli angeli: chi sa che Dio non v’usi misericordia. E i dannati gridano: Miserere di noi, figliuolo di David! ed ecco scende dal cielo Cristo incoronato, e rinfaccia ai reprobi la malvagità loro, e ricorda il sangue inutilmente per essi versato. Ma Michele e Paolo e migliaia di migliaia di angioli s’inginocchiano dinanzi al figliuol di Dio, e chiedono misericordia, e Gesù mosso a pietà, concede alle anime tutte che sono in inferno tanta grazia che abbiano requie, e sieno senza tormento alcuno, dall’ora nona del sabato all’ora prima del lunedì.

