Volume 2

L’autore indaga su  alcune delle credenze più diffuse durante il periodo medievale. Come, per esempio, veniva rappresentata la vita dei primi abitanti del Paradiso terrestre; quali caratteristiche possedevano per il popolo i demoni danteschi; in quale modo la plebe aveva interpretato la rinuncia al soglio pontificio da parte di Celestino V; dove si nascondeva il leggendario re bretone Artù.

Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito https://www.archive.org/.
Realizzato in collaborazione con il Project Gutenberg (https://www.gutenberg.net/) tramite Distributed proofreaders (https://www.pgdp.net/).

Traduzione di Raffaello Barbiera.

Dall’incipit del libro:

Sembra a molti che Dante, col parlare dei mali pontefici come in più luoghi notissimi della Commedia ne parla, con lo sprofondarne un buon numero nell’Inferno, col porre in bocca allo stesso principe degli apostoli quella terribile sfuriata del 27° canto del Paradiso, abbia dato una singolar prova di arditezza e libertà di giudizio, abbia fatto cosa mirabile e nuova, in pien contrasto con le usanze, le opinioni, lo spirito dell’età che fu sua.
È questo un errore.
Il medio evo, se ebbe (come Dante, del resto) viva e salda la fede, e sincera
La riverenza delle somme chiavi,del papato quale istituzione divina, intesa a procacciare il trionfo della verità e la salute delle anime, ebbe pure, stimolato a ciò dalla stessa indole del suo sentimento religioso, pronta la mente e spedita la lingua a condannare e vituperare i troppo umani traviamenti di quella istituzione, e usò sempre, parlando dei reggitori spirituali suoi, così maggiori come minori, non velati giudizii e libere ed acute parole. Di ciò fanno fede certe Bibbie satiriche, certi trattati del pianto e della corruzion della Chiesa, molte poesie di goliardi, molte narrazioni di storici e di novellatori, e alcune leggende meravigliose, le quali, per aver avuto divulgazione larghissima, ed essere state credute vere universalmente, hanno anche più significato e fanno vie più valida testimonianza. Tale la leggenda che dice Giovanni XII accoppato dal diavolo; tale l’altra che manda all’Inferno e libera poi Benedetto IX; tale quella che narra della magia e della mala fine di Silvestro II: anzi questa, essendo per molta parte ingiusta, come or ora si vedrà, non avendo, cioè, nella vita quel pontefice ragion sufficiente e giustificazione opportuna, riesce più significativa e più notabile delle altre.

Scarica gratis
ODTPDF

titolo:
Miti, leggende e superstizioni del Medio Evo
sottotitolo:
Volume 2
titolo per ordinamento:
Miti, leggende e superstizioni del Medio Evo
autore:
licenza:

data pubblicazione:
2 aprile 2019
opera elenco:
M
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it