Dall’incipit del libro:
BIR.
Ecco i stampati fogli, che il padron mio vi manda: (a Gioacchino)
I soliti foglietti di Parigi e d’Olanda,
Il Mercurio Galante, che fa tanto rumore,
Ed il corrente foglio del nostro Spettatore.
GIO.
Oh sì, che faran festa, leggendo i curiosi;
Verranno a satollarsi i critici oziosi;
E senza sale in zucca, e senza discrezione,
Si sentirà ciascuno a dir la sua opinione.
BIR.
Frattanto che siam soli, dammi il caffè, Gioacchino.
GIO.
Tel porto, e tu, Birone, recami un libriccino.
BIR.
Ben volentier, qual libro? Chiedilo, e te lo dono.
GIO.
Vorrei che tu mi dessi qualche cosa di buono.
BIR.
Ti porterò un romanzo. In oggi, se nol sai,
Sono le favolette in voga più che mai.
Chi può stampar romanzi, libraio è fortunato;
E suol, chi li compone, passar per letterato. (entra nella sua bottega.)


