Dall’incipit del libro:
OTT. Testa dura, durissima come un marmo. (a Lelio)
LEL. Avete ragione, signor maestro; sono un poco duro di cervello; ma poi sapete che, quando ho inteso, non fo disonore al maestro.
OTT. Bell’onore che mi fate! Ignorantaccio! Guardate un poco vostro fratello. Egli è molto più giovane di voi, e impara più facilmente.
LEL. Beato lui che ha questa bella felicità. Non ho però veduto gran miracoli del suo bel talento. Si spaccia per bravo e per virtuoso, ma credo ne sappia molto meno di me.
OTT. Arrogante! Impertinente!
LEL. (Il signor maestro vuol andar via colla testa rotta). (da sé)
OTT. Orsù, vado a riveder la lezione a Florindo, che m’immagino sarà esattissima; voi intanto applicate, e risolvete bene il quesito mercantile che v’ho proposto. Fate che il signor Pancrazio sia contento di voi.


