Dall’incipit del libro:
OTT. Signori miei, la nostra nuova accademia si va a gran passi avanzando, e spero sarà ella fra poco annoverata fra le primarie d’Europa, e darà motivo d’invidia e d’emulazione alle più rinomate. Voi mi avete onorato del titolo di principe dell’accademia, ed io non mancherò con tutto il possibile zelo di contribuire all’avanzamento di essa. Signor Florindo, ecco la vostra patente.
FLOR. Accetto l’onore che voi mi fate, ammettendomi alla vostra accademia. Procurerò di contribuire all’avanzamento di essa, ma però con quella moderazione, che non abbia a rendere pregiudizio a’ miei interessi domestici.
OTT. Quando mai la poesia può essere di pregiudizio?
FLOR. Ogni volta che per attendere ad essa si ruba il tempo dovuto alla carica, al ministero, all’economia della casa, alla educazione de’ figliuoli.
OTT. Io trovo sempre bene impiegate l’ore, quando sono a conversar colle Muse. Che dite, signor Lelio?
LEL. Anch’io verseggio assai volentieri, e quando l’estro mi chiama, lascerei tutto per formare un capitolo.


