Dall’incipit del libro:
TRAPP. Signori, il padrone non è ancora alzato, e non è solito alzarsi così per tempo.
BEAT. Dite a mio fratello che mi preme parlargli.
TRAPP. Perdoni; quando è serrato in camera, non vuole che si disturbi.
CEL. Moglie mia carissima, questo vostro fratello vuol essere la mia rovina.
BEAT. Spero che non perderete il danaro che gli avete prestato. Sapete che ha una lite importantissima che lo tormenta, ma se la vince come si spera…
CEL. Sì, certo: ha la lite in Venezia, e viene a divertirsi in campagna. Che ha egli fatto di quelle somme di danaro, che gli ho prestato più volte? Se le ha consumate qui sulla Brenta, ed il signor fattore lo sa. (ironicamente verso il fattore)
TRAPP. Io non so niente di questo, signore; anzi so all’incontrario, ch’è qualche tempo che trovasi senza un soldo.
BEAT. Per cagion della lite.
TRAPP. Lo dico anch’io, per cagion della lite. (con finzione) (Non credo che nemmeno ci pensi). (da sé)
CEL. E dei cinquanta zecchini che gli ho prestati ieri, che cosa ne ha egli fatto? (a Trappola)
TRAPP. Ieri gli prestò cinquanta zecchini? (a Celio)
CEL. Sì, ieri.


