Dall’incipit del libro:
CON. In due parole vi spiccio tutti.
DOTT. La prego io, signor Conte, che ho degli affari alla Curia.
CON. Che mi comanda il signor Dottor Melanzana?
DOTT. Voleva renderle conto di quel che ieri s’è fatto per la causa di don Eraclio.
CON. Avete parlato con esso lui?
DOTT. Non signore. Poiché, per dirle la verità, con don Eraclio, quantunque sia il principale di questa causa, io parlo mal volentieri. È uno che non sa niente né di pratica, né di legge, e presume assai di saperne.
CON. È vero; don Eraclio presume di saper tutto, e il pover’uomo non ne sa niente. Se non foss’io che lo dirigessi!
DOTT. È verissimo; se non fosse vossignoria! (Ma però si fa pagar bene, per dirigerlo verso la strada della malora). (da sé)
CON. Due parole ancora col signor Dottore, e subito sono da voi. (a Cappalunga)
CAPP. Ma io non ho tempo da perdere, signore. Mi lasciano quelle due copie di Raffaello per due zecchini; se vuole che vada a prendere i quadri…


