Il testo è stato preparato in collaborazione con Giuseppe Bonghi, responsabile del sito “Biblioteca dei Classici Italiani” (http://www.classicitaliani.it/), e con Dario Zanotti, responsabile del sito “Libretti d’opera italiani” (http://www.librettidopera.it/).
Dall’incipit del libro:
RAI.
Buon giorno, Bigolino
BIG.
Raimondo, vi saluto.
RAI.
Mi rallegro con voi. Se ricco è divenuto
Il signor conte Orazio, vostro padron cortese,
Si accrescerà per voi il salario e le spese.
BIG.
Certo, se dallo zio cotanto ha ereditato,
Anch’io spero vedermi da lui beneficato.
RAI.
Bella fortuna, amico! dolcissimo diletto!
Andare a dormir povero, e ricco uscir di letto!
BIG.
Il mio padrone infatti visse finor meschino.
Lo zio sordido avaro non davagli un quattrino.
Ma inaspettatamente è morto ab intestato,
E diecimila scudi di rendita ha lasciato.
RAI.
E dicono che in casa fossevi del grand’oro.
BIG.
Per bacco! nello scrigno ha lasciato un tesoro.
Tante doppie ho veduto, tanti zecchini e tanti,
Tanti ducati e scudi, che non saprei dir quanti.
Tutta una notte intera in camera serrato
A numerar monete col mio padron son stato.
Quasi mi facea ridere. Il morto, poveretto,
Era insepolto ancora, ancor nel proprio letto;
E il padrone ogni tratto all’uscio si voltava,
Guardando se il defonto ancor risuscitava.


