Dall’incipit del libro:
ARG. Signora padrona.
VIO. Lasciami studiare.
ARG. Vorrei dirvi una cosa.
VIO. Aspetta. Lasciami terminare questa facciata.
ARG. (In verità, ho paura che la poverina voglia impazzire. In otto o nove mesi di vedovanza, ha fatte tante stravaganze ch’io non la so capire). (da sé)
VIO. (Legge forte) Perciocché ella è voce generale, e dicendosi versi senz’altra specificazione, si possono intendere così i greci, come i latini, come i toscani, e come quelli di ogn’altra lingua, che già quando il Petrarca disse… (piega la carta) Via, parla: che cosa mi vuoi dire?
ARG. Finite, finite, signora.
VIO. Ho finito. Parla.


