Dall’incipit del libro:
Questa Commedia ha qualche cosa di nuovo e di capriccioso. Al terminare del primo Atto, pare ch’ella sia principiata e finita. Poiché, siccome l’unico interesse di questa Rappresentazione è un matrimonio, s’introduce il discorso sin dalla prima Scena; vi sono dei ragionamenti, degli accidenti, che vagliono ora a dilazionarlo, ed ora ad accelerarlo, e finalmente alla presenza di testimoni, con tutte quelle solennità che sono possibili sulla Scena, si forma indissolubile il matrimonio, ed ecco la Commedia finita. Ma qui appunto è dove ha principio l’azion principale di una Sposa sagace, impegnata ad occultare il suo stato in faccia del mondo, in faccia ai parenti e collo sposo al fianco.
Guardimi Dio ch’io abbia perciò intenzione di ammaestrar le Fanciulle in simile pericolosa scaltrezza; che anzi ingegnato mi sono di condannarla e farla detestare in iscena dalla donna medesima che ne fa uso. La moralità dee cadere sulla Matrigna, che vana e orgogliosa per se medesima, ed indiscreta rapporto alla povera sua Figliastra, la mette quasi in disperazione, e la trasporta a un tal passo. Molto vi contribuiscono i servi, e sopra questi aprino gli occhi i Padri di famiglia, ché spesse volte da essi suol dipendere la rovina de’ Figli.


