Dall’incipit del libro:
Questa Commedia, che è stata assai fortunata nel buon incontro, svegliò qualche disputa sull’argomento. Pochi hanno riconosciuto nel Protagonista l’Amante di sé stesso, aspettandosi la maggior parte per un sì fatto titolo un uomo abbandonato a quelle disordinate passioni, che sogliono derivare dallo smoderato amor proprio. Quando io avessi fatto prevalere nel mio Protagonista una forte passione, o un vizio, o un difetto, avrei da quello denominato il di lui carattere, e avrei intitolata la Commedia, o il Superbo, o l’Avaro, o il Dissoluto ecc.; ma quando dico soltanto l’Amante di sé stesso, mi figuro un Uomo non trasportato da veruna passione, ma ragionevole, padrone di sé medesimo, che sente l’umanità, e gli appetiti, e i piaceri, ma che nell’occasione di prevalersi di alcuni beni, o di alcuni comodi, cerca di appagare sé stesso, senza assoggettarsi agli usi molesti della società, a certi inutili rispetti umani, o al fanatismo di una soverchia delicatezza, senza offendere l’onestà e il buon costume.


