Dall’incipit del libro:
LIND. (A sedere in aria di melanconia)
FABR. Via, accomodate bene le sedie, ripulite bene per tutto, che non abbiano occasione di lamentarsi. (ai Servitori, i quali mettono sei o sette sedie in semicircolo, e partono) Che avete, Lindoro, che siete sì melanconico?
LIND. Non posso lasciar di piangere e di rattristarmi, quando penso alla perdita che abbiamo fatta del povero don Roberto. Sono due mesi ch’è morto, e l’ho sempre presente allo spirito e al cuore, ma oggi principalmente, oggi questa cerimonia lugubre mi rinnova il dolore ch’ho avuto il giorno della sua morte.
FABR. Avete ragione. Era sì amabile e generoso, che merita d’esser pianto. Oggi finalmente s’aprirà il testamento, sentiremo le sue ultime disposizioni.
LIND. Donna Eleonora sarà contenta; ell’era agitata più dalla curiosità, che dalla morte di suo marito.
FABR. È verissimo. E come il notaro non c’era, ch’era andato a Vienna per affari suoi particolari, ella voleva a tutta forza far aprire il testamento da un altro.
LIND. Chi sa come don Roberto l’avrà trattata?


