Dall’incipit del libro:
LAS. Buon giorno, messer Beltrame.
BELTR. Servitor umilissimo del signor Conte. Che cosa ha da comandarmi?
LAS. Mi è stato detto, che al vostro albergo sono arrivati ieri de’ virtuosi; è egli vero?
BELTR. Sì signore. Un soprano e una donna.
LAS. Il soprano chi è?
BELTR. Un certo Carluccio…
LAS. Detto Cruscarello?
BELTR. Credo di sì.
LAS. Lo conosco, è un giovane che ha qualche abilità, ma impertinente all’eccesso. Io lo proteggo, perché, se vuole, può divenir qualche cosa di buono. Ma per renderlo un po’ ragionevole, non vi è altro rimedio che quello di trattarlo grossamente, e umiliarlo. L’ho mandato a Genova il carnovale passato, e credo che quegl’impresari, attese le sue impertinenze, abbiano avuto poco motivo di ringraziarmi. E la donna chi è?
BELTR. La donna è la signora Lucrezia Giuggioli fiorentina, detta l’Acquacedrataia.
LAS. Acquacedrataia? Che diavolo vuol dire acquacedrataia?
BELTR. Non sa ella che in Firenze i caffettieri si chiamano acquacedratai? Sarà probabilmente figlia di uno di tal professione.
LAS. Sarà così, è brava?
BELTR. Non lo so, signore. Non l’ho sentita.


