Volume primo

Traduzione dall’inglese di Nicolò Bettoni.

Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito The Internet Archive (http://www.archive.org/). Realizzato in collaborazione con il Project Gutenberg (http://www.gutenberg.org/) tramite Distributed proofreaders (http://www.pgdp.net/).

Dall’incipit del libro:

Nel secondo secolo dell’Era cristiana, l’Impero di Roma comprendeva la parte più bella della Terra, e la porzione più civile del genere umano. Il valore, la disciplina, e l’antica rinomanza difendevano le frontiere di quella vasta monarchia. La gentile, ma potente influenza delle leggi e dei costumi aveva a poco a poco assodata l’unione delle province, i cui pacifici abitatori godevano ed abusavano dei vantaggi che nascono dalle ricchezze e dal lusso. Si conservava ancora, con decente rispetto, l’immagine di una libera costituzione; e l’autorità sovrana apparentemente risedeva nel Senato romano, il quale affidava agl’Imperatori [Dal 98. al 180.] tutta la potenza esecutiva del Governo. Nel felice corso di più d’ottant’anni, la pubblica amministrazione fu regolata dalla virtù e dalla abilità di Nerva, di Traiano, di Adriano, e dei due Antonini. In questo e nei due seguenti capitoli, descriveremo il prospero stato del loro Impero, ed esporremo le più importanti circostanze della sua decadenza e rovina, dopo la morte di Marco Antonino; rivoluzione che sarà rammentata mai sempre, e della quale le nazioni della terra tuttor si risentono. Le principali conquiste dei Romani furon terminate al tempo della Repubblica, e gl’Imperatori quasi tutti si contentarono di conservare quegli Stati, che la politica del Senato, l’attiva emulazione dei Consoli, ed il marziale entusiasmo del popolo avevano acquistati. I sette primi secoli furono una rapida successione di trionfi; ma era riservato ad Augusto di abbandonare l’ambizioso disegno di soggiogare tutta la Terra, e introdurre nei pubblici Consigli uno spirito di moderazione. Egli, e per temperamento e per le circostanze, inclinato alla pace, facilmente conobbe, che Roma in quello stato di elevazione avea molto più da temer che da sperare per l’evento dell’armi; e che nella continuazione di guerre remote, l’impresa diveniva ogni dì più difficile, più incerto l’esito, il possesso più precario e men vantaggioso. 

 

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titolo:
Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
sottotitolo:
Volume primo
titolo per ordinamento:
Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano, volume 1
autore:
opera di riferimento:
Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano di Edoardo Gibbon. Traduzione dall'inglese - Milano : per Nicolo Bettoni, 1820-1824 - 13 v. ; 8 - volume primo XXXII, 435,
copertina:
[elaborazione da] "Ultime parole dell'imperatore Marco Aurelio" di Eugène Delacroix (1798–1863). - Musée des beaux-arts (Lione). - commons.wikimedia.org/wiki/File:Delacroix-Marc_Aurèle-MBA-Lyon.jpg. - Pubblico Dominio.
licenza:

data pubblicazione:
20 luglio 2017
opera elenco:
S
ISBN:
9788828100768
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Distributed proofreaders, http://www.pgdp.net/
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Ugo Santamaria
impaginazione:
Carlo F. Traverso
Ugo Santamaria (revisione)
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Claudio Paganelli
Ugo Santamaria
traduzione:
Bettoni, Nicolò