Traduzione dall’inglese di Nicolò Bettoni.
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Dall’incipit del libro:
Con Teodosio spirò il genio di Roma, poichè fu esso l’ultimo dei successori d’Augusto e di Costantino, che conducesse in campo gli eserciti e vedesse la sua autorità riconosciuta per tutta l’estensione dell’Impero. La memoria però delle sue virtù continuò tuttavia a difendere la debole ed inesperta età dei suoi figli. Dopo la morte del padre, Arcadio ed Onorio furono per unanime consenso del Mondo salutati come Imperatori legittimi dell’Oriente e dell’Occidente; fu ardentemente preso il giuramento di fedeltà da ogni ordine dello Stato, dai Senati dell’antica e della nuova Roma, dal Clero, dai Magistrati, da’ Soldati e dal Popolo. Arcadio, che in quel tempo aveva l’età di circa diciotto anni, era nato in Ispagna nell’umile abitazione di una privata famiglia. Ma ricevè un’educazione principesca nel Palazzo di Costantinopoli; e passò l’ignobil sua vita in quella pacifica e splendida sede della real dignità, dalla quale pareva che regnasse sulle Province della Tracia, dell’Asia Minore, della Siria e dell’Egitto, dal Basso Danubio sino ai confini della Persia e dell’Etiopia. Onorio, fratello minore di lui, assunse, all’età d’undici anni, solo di nome il governo dell’Italia, dell’Affrica, della Gallia, della Spagna e della Britannia; e le truppe, che guardavano le frontiere del suo regno, s’opponevano ai Caledonj da una parte, ed ai Mori dall’altra.




