Émile GaboriauÉmile Gaboriau nacque a Saujon, comune del dipartimento della Charente-Maritime in Nuova Aquitania il 9 novembre 1832. Il padre era notaio e funzionario del Registro e il giovane Émile non ebbe una giovinezza semplice. La sua prima esperienza lavorativa fu a Jonzac nello studio di un procuratore legale. Ma non era la vita sedentaria e impiegatizia quella che faceva per lui. Si arruolò e fece il soldato in un reggimento di cavalleria. Al suo rientro il dissidio con il padre che avrebbe voluto avviarlo alla carriera ecclesiastica lo indusse a trasferirsi a Parigi dove si adattò a vari lavori modesti per vivere. Lavorò dapprima in una fabbrica di dolciumi, poi, forte dell’esperienza militare, come capo scuderia in un’impresa di trasporti. Successivamente fu segretario dello scrittore monarchico Féval, il quale con lo pseudonimo di Francis Trolopp e sull’onda del successo di I misteri di Parigi di Eugène Sue, fu incaricato di scrivere i Mystères de Londres che apparve a puntate nella “Revue de Paris”. Introdottosi quindi Gaboriau nel mondo del giornalismo, collaborò al “Tintamarre”, al “Soleil”, al “Progrès de Lyon”; infine, a partire dal 1863, iniziò una collaborazione al “Petit Journal” dove alternava il proprio feuilleton con quello di Ponson du Terrail. Su questi periodici iniziò a costruirsi una certa reputazione di scrittore umorista soprattutto tramite le Histoire de vie militaire et mondaine e Le 13**e Hussards. Notando il crescente successo riportato sulla stampa dai fatti di cronaca, egli li assunse alla base dei propri romanzi, prendendo ispirazione soprattutto dall’ambito criminale-giudiziario e creando così il romanzo poliziesco, che trova in lui la sua prima esemplare definizione:

«Compito del lettore è quello di scoprire l’assassino, compito dell’autore è di mettere fuori strada il lettore».

Durante un incarico conferitogli dal giornale “Le Pays” di fare un reportage nel quartiere della Porte-d’Italie, strinse amicizia con un anziano ispettore della Sûreté, Tirabot, detto Tirauclair, che lo introdusse nella tecnica dell’inchiesta di polizia. Come risultato di questa conoscenza, nel 1866 iniziò a pubblicare in appendice sul giornale “Le Pays” L’Affaire Lerouge, prendendo spunto dall’assassinio, rimasto inspiegato, di Célestine Lerouge; il feuilleton sembrò momentaneamente non avere successo, ma ripreso subito dopo da “Le Soleil” consentì all’autore di raggiungere rapidamente la fama. Il protagonista, il poliziotto Lecoq, esemplificato sul Dupin di E. A. Poe ma senza la sua infallibilità, si avvale delle tecniche di analisi dei naturalisti che esaminano gli insetti al microscopio, mentre il suo maestro e consulente, l’ispettore Tabaret, detto Tirauclair (palesemente ispirato dal summenzionato ispettore Tirabot), è in grado di ricostruire i fatti utilizzando i procedimenti di Cuvier:

«Simile in questo a quei naturalisti che, con col solo esame di due ossi, disegnano l’animale ai cui sono appartenuti».

Verranno poi Le Crime d’Orcival (1866); acquistato in esclusiva dal direttore di “Petit Journal e “Le Soleil” Polydore Milhaud per 50.000 franchi, questo romanzo lo rese definitivamente famoso oltreché finalmente ricco; poi in rapida sequenza, Le Dossier 113 (1867) Monsieur Lecoq (1869), Les Esclaves de Paris (1869). A questo punto Lecoq ha ormai superato la popolarità di Rocambole e Gaboriau la fama di Ponson du Terrail.

Nell’amalgama di scientificità e di umanità incarnata dal protagonista sta la ragione principale del suo successo, così da costituire l’antenato di tutta una serie di investigatori che da Sherlock Holmes arriva a Maigret. Lo stesso Conan Doyle annotò nel marzo 1886: «Ho letto Lecoq il poliziotto di Gaboriau e un racconto che parla di un assassinio di una vecchia di cui non ricordo il nome […]» e ulteriormente, evidentemente dopo aver consultato e letto i testi di Gaboriau: «S’intitola L’Affare Lerouge. Tutti ottimi. Ricordano Wilkie Collins ma meglio […]». Il seguito di questi appunti indica con tutta evidenza che era scattata l’emulazione e stava per venire alla luce Sherlock Holmes.

Esclusi i racconti di Poe incentrati sulla figura del famoso Dupin, L’affaire Lerouge è quindi il primo romanzo poliziesco, mentre il successivo (1868) Moonstone di Collins è il primo poliziesco di lingua inglese. Van Dine, l’autore che creò il personaggio di Philo Vance, a proposito di Gaboriau, affermò:

«I suoi romanzi costruiti attorno al personaggio di Lecoq sono meritatamente divenuti dei classici del genere: e Monsieur Lecoq resterà sempre uno dei più grandi romanzi polizieschi di ogni tempo e di ogni nazione».

Ma anche il parere di un tecnico come Edmond Locard che fu notissimo direttore del laboratorio di polizia scientifica di Lione risulta particolarmente interessante:

«L’opera poliziesca di Gaboriau è assai originale e insieme di una straordinaria verosimiglianza. Originale perché nessuno prima di lui aveva rappresentato quei tipi, poi giustamente divenuti proverbiali; verosimile, poiché né i procedimenti né le persone si discostano da quello che è la polizia autentica. Non dirò che i fatti che egli racconta siano dei delitti ordinari e senza rilievo: appartengono anzi alla specie dei drammi che appassionano e colpiscono l’opinione pubblica. Tuttavia non sono più strani né più complicati di molti processi moderni. L’assassinio della duchessa di Choiseul è paragonabile, come scandalo, all’affare descritto in Monsieur Lecoq; Le Crime d’Orcival non è certo più fantasioso del processo Lafarge, né L’Affaire Lerouge più romanzesco dell’affare Steinheil. D’altra parte, dai romanzi di Gaboriau i poliziotti avrebbero enormemente da imparare. Io spiegherò come si possa fare altrettanto bene, e meglio, di Tabaret e di Lecoq; ma quale abisso separa quei vecchi modelli di poliziotti dai nostri investigatori contemporanei! Non ce n’è uno che possieda, non dico quella logica e quella sicurezza nell’indagine, ma neanche quelle cognizioni tecniche così ignorate nella maggior parte dei servizi di polizia. Non un agente francese su mille saprebbe seguire una traccia come Lecoq nel romanzo che prende il titolo dal suo nome, né ricostruire un delitto come Tabaret nell’Affaire Lerouge. Se è possibile mettere in mano ai funzionari libri più necessari e più aggiornati rispetto alle cognizioni attuali, non si potrebbe trovarne nessuno che li possa maggiormente far vergognare della loro ignoranza. Mezzo secolo e più dopo i libri di Gaboriau, i metodi che vi sono descritti (praticissimi, e niente affatto romanzeschi) rimangono incogniti ai funzionari di pubblica sicurezza».

Del Monte afferma che

«Locoq è il primo detective che determina se in un letto scomposto si è dormito o no, se il disordine intorno a un cadavere è reale o simulato, se l’ora del delitto indicata da un orologio caduto e fermatosi è dovuta a un caso fortunato o ad un abile trucco per sviare le indagini, se una lettera è stata scritta da un uomo o da una donna, è il primo a precisare l’aspetto d’un ignoto assassino dopo un esame del luogo del delitto, a fare un plastico delle impronte e a fissare in uno schizzo la scena del crimine».

Un’altra caratteristica delle tecnica narrativa di Gaboriau consiste nello scoprire i colpevoli circa a metà del racconto, dedicando la seconda parte della narrazione a spiegare il movente e il modo del loro delitto. Ma la sua forza sta proprio nel riuscire a non far scemare la curiosità di chi legge e a conservare la suspense anche solo per mezzo di questo residuo di mistero.

Gaboriau morì a Parigi il 28 settembre 1873 in seguito a una dolorosa rinite contratta durante un soggiorno in Africa anni prima.

Fonti:

  • A. Del Monte: Breve storia del romanzo poliziesco. Bari, 1962.
  • U. Eco: Il superuomo di massa. Milano, 1978.
  • E. Locard: Policiers de roman et policiers de laboratoire. Paris, 1924.
  • S.S. Van Dine: The Greene Murder Case. New York, 1928.
  • S. Benvenuti: Prefazione a Il dramma D’Orcival. Milano, 1974.
  • O. Del Buono: Prefazione a L’Affare Lerouge, Milano 1962.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Il signor Lecoq
    L’avvincente romanzo non è destinato ai soli amanti del genere poliziesco, per i quali certamente rappresenta una gemma da non perdere anche per ragioni storiche di questo genere letterario.
 
autore:
Émile Gaboriau
ordinamento:
Gaboriau, Émile
elenco:
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