Opera del 1588.
Dall’incipit del libro:
Se è stata cosa difficile e mirabile …. l’aver potuto gli uomini per lunghe osservazioni, con vigilie continue, per perigliose navigazioni, misurare e determinare gl’intervalli de i cieli, i moti veloci ed i tardi e le loro proporzioni, le grandezze delle stelle, non meno delle vicine che delle lontane ancora, i siti della terra e de i mari, cose che, o in tutto o nella maggior parte, sotto il senso ci caggiono; quanto più maravigliosa deviamo noi stimare l’investigazione e descrizione del sito e figura dell’Inferno, il quale, sepolto nelle viscere della terra, nascoso a tutti i sensi, è da nessuno per niuna esperienza conosciuto; dove, se bene è facile il discendere, è però tanto difficile l’uscirne, come bene c’insegna il nostro Poeta in quel detto:
Uscite di speranza, voi ch’entrate,
e la sua guida in quell’altro:
È facile il descendere all’Inferno;
Ma ‘l piè ritrarne, e fuor dell’aura morta
Il poter ritornare all’aura pura,
Questo, quest’è impres’alta, impresa dura!

