Leggende e testimonianze

Visto il titolo e l’argomento del libro, si potrebbe pensare a uno dei tanti resoconti fantascientifici o para scientifici che parlano di alieni, ufo e, appunto, la ricerca di Atlantide. In realtà, anche se l’argomento è esattamente la presunta esistenza di Atlantide, lo stile dell’opera è rigorosamente scientifico.

L’autore parte dai testi di Platone che parlano di Atlantide, il Timeo e il Crizia, ma continua accumulando “prove” o meglio interrogativi ancora senza risposta, attingendo a varie discipline scientifiche: la geologia (Nel 1928, all’epoca in cui venne scritto il libro, la deriva dei continenti era ancora poco nota al grande pubblico, ed era appena agli inizi l’esplorazione dei fondali marini), le scienze naturali (animali e piante comuni all’arcipelago delle Azzorre, Canarie, Madera e Capo Verde, con quelli del Portogallo e dell’America centrale). Suggestivi i confronti fra l’architettura dei monumenti egiziani e dell’America centrale e il “mistero” della improvvisa comparsa del bronzo in Europa ed Asia, senza che sia nota una precedente età del rame e dello stagno, mentre in America del Nord (Mississipi) è conosciuta un’età del rame.

Anche l’etnografia porta il suo contributo: popoli diversi e lontanissimi (Caldei, Ebrei, Maya. Cinesi, Bretoni, abitanti di Haiti) hanno leggende molto simili tra loro che riguardano il Diluvio universale, e tradizioni antichissime che parlano di una “razza rossa” dominante molto avanzata scientificamente e maestra nella lavorazione del bronzo. Anche il culto solare ha molti aspetti simili in Egitto e in America.
Infine le scoperte archeologiche di Heinrich Schliemann, lo scopritore di Troia, e del nipote Paul comprendono oggetti in una lega di metallo (platino, alluminio e rame) sconosciuta nell’antichità, e con iscrizioni fenicie che rimanderebbero ad Atlantide.

Dopo questa lunga esposizione di problemi scientifici aperti, che sembrano avere una soluzione comune nell’esistenza di un popolo di Atlante, molto evoluto, che ha portato nel mondo le sue tecnologie a popoli primitivi e che occupava un continente – poi un arcipelago – ponte tra l’Europa e l’Africa da una parte e il continente americano dall’altra, la narrazione diventa meno rigorosa nel momento in cui si propone una lista di popoli (etruschi, fenici, baschi, Guanci delle Canarie, oltre a Maya, Incas ed Aztechi) che potrebbero essere un residuo della migrazione dei superstiti di Atlantide dopo la sua scomparsa.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

Pare ormai giunto il tempo in cui non è più permesso ignorare o negare il problema della esistenza dell’Atlantide. Oltre il mito e la leggenda, sin qui troppo disdegnati da gran parte della scienza ufficiale accademica, infinite e varie e fra tutti popoli della terra esistono tradizioni concordanti che manifestano il perdurante ricordo del misterioso continente sommerso, e molte se non del tutto conclusive sono altresì le prove che la stessa scienza ufficiale ha adunato in proposito.
Per rendersene conto, occorre dapprima richiamarsi al simbolismo dell’arca od argha. Era questa specialmente sacra a Iside; e, per quanto non mancassero nei tempi arcaici altri simboli, come l’uovo ed il loto, a significare la stessa idea, raffigurava sotto questo aspetto la potenza passiva o femminile della Natura. Gli Dei solari anch’essi erano infatti molto spesso appellati Arcageti, ossia nati dall’arca, e cioè dalla divina Vergine Madre, che contiene ed esprime di sè tutti i germi degli esseri dell’universo. Fu poi l’arca collegata al culto di tutte le altre dee vergini madri, e rappresentata anche come luna falcata sotto i piedi della Vergine Maria dalla Chiesa cattolica romana. In definitiva, «come tra gli Ebrei l’arca era una specie di tempio portatile, in cui si supponeva che la Divinità fosse sempre presente, così tra i Messicani, i Cerochesi e gli Indiani di Michoachan e dell’Honduras, un’arca era tenuta nella più alta venerazione, e considerata come un oggetto troppo sacro per essere toccato da alcuno all’infuori dei sacerdoti» (Kingsborough, Antiquities of Mexico, vol. VIII, pag. 250).

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titolo:
L'Atlantide
sottotitolo:
Leggende e testimonianze
titolo per ordinamento:
Atlantide (L')
descrizione breve:
Questo non è uno dei tanti resoconti fantascientifici o para scientifici che parlano di Atlantide. In realtà lo stile dell'opera è rigorosamente scientifico, quando l'autore esamina i testi di Platone, accumula "prove" e interrogativi ancora senza risposta e chiede l'ausilio di varie discipline scientifiche: la geologia, le scienze naturali, l’etnografia, l’archeologia.
autore:
opera di riferimento:
L'Atlantide : leggende e testimonianze / Giacinto Perrone. - Torino : Fratelli Bocca, 1928. - VIII, 216 p., [4] carte di tav. : carte geogr. ripieg. : ill. ; 21 cm
licenza:

data pubblicazione:
26 giugno 2025
opera elenco:
A
soggetto BISAC:
STORIA / Antica / Generale
SCIENZE SOCIALI / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
impaginazione:
Cristina Rosanda, cristina.rosanda@gmail.com
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Claudia Pantanetti, liberabibliotecapgt@gmail.com
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it