Così appariva Giovanna Gulli a chi l’aveva incontrata a Milano poco prima della sua prematura scomparsa: per Zavattini era «magra, coi capelli rossi e secchi», mentre Leonida Repaci ci ha lasciato di lei questo ritratto «Il viso asciutto pallido e irregolare, i capelli fiammei, la bocca marcata e un po’ crudele, lo sguardo allucinato, la patita esilità delle braccia e delle spalle, l’ondulamento come di murena del corpo sottile ma ammirabilmente modellato.»

Ben poche sono le notizie sulla sua breve vita che possiamo trovare nella prefazione a Caterina Marasca di Leonida Repaci e nel saggio La narrativa di Giovanna Gulli di Maria Luisa Costa, che, a distanza di quasi cinquant’anni, si avvale delle testimonianze orali dello stesso Repaci e di Carmen Gulli, sorella di Giovanna. Le fonti convergono sulla data della sua morte, il 17 agosto 1939, ma non su quella di nascita, dato che per Giuseppe Antonio Martino è vissuta 27 anni e per Repaci 23 e nemmeno la sorella è stata in grado di fornire dati precisi.

Prima dei sei figli (come la protagonista del suo romanzo, Caterina Marasca) di una famiglia dell’alta borghesia di Reggio Calabria, dopo una fanciullezza agiata subisce le conseguenze del tracollo economico del padre, marito geloso, proprietario terriero prodigo e incapace sia di gestire i propri beni che di affidarli ad un amministratore efficiente. Costretta ad interrompere gli studi dopo le scuole complementari (triennio di avviamento al lavoro successivo alle elementari, introdotto dalla riforma Gentile del 1923) cerca, senza esito, lavoro nella sua città. Si trasferisce quindi con la sola sorella Carmen a Messina, dove grazie ad un amico riesce a farsi assumere come segretaria presso la redazione di un’agenzia giornalistica e a far pubblicare sulla “Gazzetta di Messina” alcuni racconti. Durante il soggiorno messinese, inizia anche a scrivere quello che resterà il suo unico romanzo, Caterina Marasca, ma dopo aver respinto le attenzioni indesiderate del suo capufficio è costretta a lasciare il lavoro.

Nell’intento di potersi dedicare alla sua passione, la scrittura, verso i vent’anni si trasferisce, sempre con la sorella, a Milano, dove l’amico giornalista la presenta a Leonida Repaci, intellettuale antifascista ed autore teatrale calabrese ben inserito nell’ambiente culturale cittadino (aveva anche fondato il Premio Viareggio). Pressata dalle riviste cui si rivolge affinché scriva novelle che vengano incontro ai gusti del pubblico borghese e benpensante, benché cerchi, nonostante l’orgoglio, di adattarsi, si vede pubblicare un solo racconto, su “Convegno”; la RAI accetta qualche suo testo destinato a programmi per i ragazzi, ma questo non basta a consentirle di sfuggire alla miseria. Repaci s’impegna alacremente per far pubblicare Caterina Marasca, ma l’autrice, dopo aver corretto le bozze, nel 1938 si ammala di tubercolosi, rifiuta il ricovero in una clinica e muore prima di poter realizzare il sogno di tenere fra le mani la sua opera stampata. Repaci, nella prefazione a Caterina Marasca, così commenta la sua prematura fine: «Giovanna Gulli è morta di stenti. In una città grande e generosa come Milano una ragazza di quel talento non ha trovato il minimo necessario per campare.»

Fonti:

  • Maria Luisa Costa, La narrativa di Giovanna Gulli. Cosenza 1982.
  • Giuseppe Antonio Martino, Un autore da riscoprire. Giovanna Gulli, morta di letteratura e di stenti a vent’anni, in “Corriere della Piana”, n°70, 2018.
  • Antonio Piromalli, La letteratura calabrese cap.XIV. Cosenza 1965.
  • Leonida Repaci, Prefazione alla I edizione di Caterina Marasca. Milano 1940.

Note biografiche a cura di Mariella Laurenti e Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Caterina Marasca
    Il romanzo è ispirato ad una storia vera, proiezione fantastica della giovane autrice, ed è ambientato all'inizio nella povertà dei bassi napoletani, stato che suscita nella protagonista un'orgogliosa ribellione ed un'alta considerazione di sè, che la fa sentire superiore sia al popolino che ai borghesi ed ai nobili e che l'avvia inesorabilmente ad un'altra vita non meno dolorosa.
  • Memmo ; Un cane
    Questi brevi racconti della sfortunata scrittrice calabrese danno voce a due creature marginali, un ragazzino e un cane, entrambi costretti a vivere una vita che non è costruita per loro. Il secondo racconto, Un cane, fu molto apprezzato da Repaci.
 
autore:
Giovanna Gulli
ordinamento:
Gulli, Giovanna
elenco:
G