Dall’incipit del libro:
Ho ripensato al conte Fiorenzo X… l’altro giorno, dinnanzi al suo palazzo distrutto, con una mia cara amica, settantacinquenne. E la signora mi rivelò un mistero sentimentale, un poco buffo, che dormiva nel mio ricordo da quasi vent’anni.
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Io frequentavo la casa dei conti X… diciott’anni or sono – ne avevo otto – ed ero coetaneo di Vittorino, il nipote del conte; facevo con lui la terza elementare in quella triste scuola dei Padri Barnabiti, nella vecchia Torino. L’amicizia dei due scolaretti era nata per interesse reciproco; Vittorino era forte in matematiche, io in componimento; l’uno svolgeva i temi, l’altro i quesiti. E ci si scambiava l’ospitalità nei giorni di vacanza.


