Luigi Groto (o Grotto) fu letterato, tragediografo, commediografo e rimatore. Nacque ad Adria l’8 settembre 1541 e morì a Venezia il 13 dicembre 1585. Appartenne a famiglia nobile e fu cieco dalla nascita, per questo venne chiamato Il Cieco d’Adria. Studiò intensamente guidato dal napoletano Scipione Gesualdo de’ Belligni. Precocissimo per cultura ed ingegno, a soli 14 anni pronunciò due fra le sue più note Orazioni, per la regina Bona di Polonia e per l’elezione al dogato di Lorenzo Priuli. Scrisse due tragedie, tre commedie e due drammi pastorali, carmi latini e rime varie, anche amorose, e tradusse in volgare opere antiche, tra le quali il primo libro dell’Iliade. Fu membro, con il titolo di principe, dell’Accademia degli Illustri di Adria e fu frequentatore dell’Accademia degli Addormentati di Rovigo. Nel 1567 dovette subire un processo per eresia a Rovigo e, riconosciuto colpevole di aver letto testi di Erasmo da Rotterdam, Agrippa di Nettesheim, Bernardino Ochino – tutti autori proibiti – nonché di aver professato opinioni antitrinitarie, fu costretto alla pubblica abiura e venne escluso dall’insegnamento.
La prima delle sue tragedie, Dalida, fu pubblicata nel 1572 ma probabilmente scritta molto prima. Pur influenzata dall’Orbecche di Giraldi Cinzio, nella Dalida orrore e trama orripilante vengono condotte all’estremo. Tuttavia all’orrore si affiancano un esotismo romanzesco e un insistente erotismo.
La seconda tragedia, Adriana (pubblicata nel 1578 ma scritta presumibilmente nel 1572) si ispira alla famosa novella di Luigi da Porto Giulietta e Romeo, e ha per soggetto la storia di due infelici amanti, Adriana e Latino, rispettivamente figli del re di Adria, Hadrio, e del re dei latini, Massenzio, ostacolati e divisi nel loro amore a causa della guerra scoppiata tra i due regni.
Queste due opere testimoniano delle innegabili attitudini drammatiche di Groto, che si dimostra in grado di rappresentare gli affetti con maggior verità e naturalezza rispetto alle altre tragedie del tempo.
Le commedie (Emilia, scritta e rappresentata nel 1579, adattamento dell’Edipicus plautino; Il Tesoro – prima rappresentazione nel 1580 – e la Alteria – con ogni probabilità pubblicata per la prima volta nel 1584) sono uno degli esempi più notevoli del teatro comico veneziano di quegli anni.
I drammi pastorali sono Il pentimento amoroso (1576) e Calisto (1583).
Postumi furono pubblicati, oltre a una sacra rappresentazione (Isach, 1586) le Orazioni Volgari (1589) e le Lettere familiari (1606).
Fonti:
- G. Benvenuti, Il cieco d’Adria. Vita e opere di Luigi Groto, Bologna 1984
- F. Bocchi, Luigi Groto, il Cieco d’Adria, il suo tempo la sua vita le sue opere, Adria, 1887
- V. Turri, Luigi Groto, il Cieco d’Adria, Lanciano 1885
Note biografiche a cura di Paolo Alberti, con la collaborazione di Catia Righi.