Dall’incipit del libro:
Mi sono messo a rubare il mestiere ai miei autori, poichè divento scrittore anch’io. Già chi bazzica col lupo impara ad urlare ed io bazzicando cogli autori ho imparato a far prefazioni.
Gli autori le fanno a modo loro, secondo i precetti dell’arte, per disporre i lettori alla benevolenza. Io mi contento di una parte più modesta; quella del cane che sta sull’uscio per abbaiar dietro ai ladri.
Oh quanti ladri!
Ad un altro libro di questo stesso autore, premisi alcune righe dove mi dolevo pubblicamente dei furti di cui sono vittima e della nessuna efficacia della legge a proteggermi. Da quel tempo sono succedute molte cose.
Io mi sono ingegnato di far sequestrare le contraffazioni dei libri editi da me, ho insistito, ho reclamato, ho scritto, ho telegrafato, ho insomma fatto di tutto per svegliare i sette dormienti e far intendere che un furto è un reato di azione pubblica, anche quando il derubato è un editore. A Milano un Congresso votò un ordine del giorno diretto ad ottenere una più efficace tutela della proprietà letteraria e S. E. il Ministro Guardasigilli scrisse una splendida circolare ai suoi dipendenti, invitandoli a tenere gli occhi aperti ed a procedere severamente contro i malfattori.


