Traduzione di L. Fabbri.
Dall’incipit del libro:
«Nella produzione sociale della loro vita, dice Carlo Marx, gli uomini accedono a rapporti determinati, necessarii, indipendenti dalla loro volontà; rapporti questi di produzione, i quali corrispondono ad un grado determinato della evoluzione delle forze produttive materiali. La struttura economica della società è costituita dall’insieme di questi rapporti di produzione, i quali formano la base reale su cui si eleva la superstruttura giuridica e politica, cui corrispondono determinate forme della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona il processo della vita sociale, politica e spirituale, in generale. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma, per converso, è la esistenza sociale che determina la loro coscienza». È questo, come si vede, un negare alla forza morale ogni funzione nella determinazione degli avvenimenti umani. I sentimenti, le idee, l’ideale, non hanno alcuna efficacia propria, alcuna influenza reale nella vita; non sono che le apparenze illusorie d’un determinismo materiale sul quale non esercitano alcuna azione. È l’interesse, l’interesse materiale, l’interesse economico, che guida il mondo.

