Dall’incipit del libro:
Tra leali e fedeli servitori del Re, tra laici moderati e giuristi dello Stato costituzionale, Vittorio Alfieri è il primo uomo nuovo, anche quando il suo tono e il suo stile si compiacciono di arcaismi, ora romanamente eroici, ora aristocraticamente anarchici.
La passione dominante di Vittorio Alfieri è risolutamente moderna; dall’angusto illuminismo del Settecento la sua volontà tende a un’affermazione romantica e individualista. È figlio caratteristico del suo tempo per la sua inquietudine avventurosa e per la disperata necessità di polemica contro le autorità costituite, i dogmi fatti, le tirannie religiose e politiche.
Ci ha lasciato il piú generoso esempio di resistenza intellettuale attiva contro le oppressioni politiche, resistenza dell’individuo solo che non è vinto già per il fatto di sentirsi spiritualmente piú alto del tiranno. Tre generazioni si educarono in Italia sulla sua opera; e ancora per noi rappresenta la morale intransigente dell’uomo libero in tempo di schiavitú.


