Dall’incipit del libro:
I Longobardi non altronde, che da’ Goti riconoscono la loro origine, e la penisola di Scandinavia fu dell’una e dell’altra gente la comune madre: regione, che a dovere fu da Giornandes appellata Vagina gentium, e che può meritamente vantarsi di avere prodotti tutti quelli Principi, che lungamente le Spagne, buona parte delle Gallie, e sopra tutto l’Italia signoreggiarono, la quale ancorchè veggasi di questi tempi sottratta dal dominio de’ Goti, ben tosto ricadde sotto quello de’ Longobardi; e, questi poi mancati, sotto i Normanni, che pure vantano la medesima origine. I Gepidi, che dalla prosapia de’ Goti discesero, usciti da quella penisola insieme co’ Goti, alla Vistola fermaronsi: indi superati i Borgognoni, si avanzarono, come narra Procopio, nell’una e nell’altra riva del Danubio, dove furono a’ Romani infesti per le varie incursioni e scorrerle, che fecero in quella regione, secondo che scrive Vopisco. Finalmente regnando in Oriente Marziano Imperadore, avendo discacciati gli Unni dalla Pannonia, quivi fermarono le loro sedi. Egli è altresì appresso sì gravi Scrittori costantissimo, che divisi fra loro i Gepidi, da questa divisione ne sursero i Longobardi: ond’è, che Salmasio, rende a noi testimonianza d aver egli in alcuni antichi libri Greci, non ancora impressi, osservato, che i Gepidi si nomavano Longobardi: Gepidae, qui dicuntur Longobardi: e Costantino Porfirogenito Imperador di Costantinopoli, dall’istoria di Teofane (quegli, che dai Greci fra il numero de’ Santi fu venerato) trascrisse ancora, che dalla divisione de Gepidi sursero i Longobardi.

