Traduzione di Giuseppe Torelli.
Dall’incipit del libro:
Segna la squilla il dì, che già vien manco;
Mugghia l’armento, e via lento erra e sgombra;
Torna a casa il bifolco inchino e stanco,
Et a me lascia il mondo e a la fosc’ombra.
Già fugge il piano al guardo, e gli s’invola,
E de l’aere un silenzio alto s’indonna,
Fuor ‘ve lo scarabeo ronzando vola,
E un cupo tintinnir gli ovili assonna;
E d’erma torre il gufo ognor pensoso
Si duole, al raggio de la luna amico
Di chi, girando il suo ricetto ombroso,
Gli turba il regno solitario antico.


