Victor Marie Hugo nasce in Francia, a Besançon, nel 1802. Figlio di un ufficiale di carriera, è dalla madre incoraggiato a coltivare le sue inclinazioni letterarie, come “enfant prodige” alla corte dei Borboni.
Prima del compimento dei suoi diciott’anni diviene famoso, specialmente nei circoli intellettuali francesi, grazie alla vittoria riportata in un concorso di poesia di livello nazionale. Questa sua fama gli permette di ricevere direttamente dalla famiglia reale una rendita per i versi che compone in occasioni ufficiali.
A ventitré anni viene investito della Legion d’Onore. Successivamente compone la raccolta poetica “Odi e ballate” (1826) nella quale, per la prima volta, viene evocata la figura di Napoleone. In ambito teatrale scrive il dramma “Cromwell” (1827), nella cui prefazione Hugo propone l’abbandono delle unità di tempo e di luogo, e sostiene con forza l’ambientazione storica dell’azione scenica. Questa prefazione diviene una sorta di manifesto letterario per i francesi contemporanei e dichiarazione, da parte dell’autore, di un’assoluta fede romantica.
Nel 1823 intanto si sposa con Adele Foucher, che gli dà quattro figli, ma che in seguito viene scoperta in flagranza d’adulterio. Victor, che fino a quel momento è stato fedelissimo, inizia una vita di libertinaggio amoroso che si interrompe, o forse si dovrebbe dire si riduce, con la nascita di una relazione con Juliette Drouet, che rimane sua compagna per cinquant’anni, e alla quale dedica un consistente epistolario sentimentale.
Nel 1830 viene rappresentata per la prima volta l’opera teatrale “Hernani”. Durante lo spettacolo teatrale si verifica un violento scontro tra la fazione dei sostenitori di Hugo e quella dei detrattori, che costringe all’interruzione della rappresentazione nella sala della Comedie Française. L’anno successivo viene dato alle stampe “Notre-Dame de Paris”. A partire da questo momento Hugo si dedica al teatro romantico. Scrive “Il re si diverte” (1832) , “Lucrezia Borgia” (1833), “Angelo tiranno di Padova” (1835), “Ruy Blas” (1838) e “I Burgravi” (1840), tutti drammi storici.
Due avvenimenti nel 1843 interrompono per un decennio tutta la sua attività letteraria: la morte di sua figlia Léopoldine e l’insuccesso del dramma “I Burgravi”, che determina anche la sua definitiva rinuncia al teatro.
Nello stesso periodo inizia l’ascesa politica di Victor Hugo. Nel 1845 viene nominato da Luigi Filippo Pari di Francia, nel 1848 deputato all’Assemblea Costituente, dove diviene uno dei più fieri avversari del presidente Luigi Bonaparte.
Il colpo di stato del ’51 segna per lui l’inizio dell’esilio, che dura fino al 4 settembre 1870. Quando si trasferisce sull’isola di Guernesay, vicino a Jersey, è considerato “padre della Patria” in esilio.
Gli anni dell’esilio sono molto fecondi: nel ’53 pubblica “Le punizioni”, aspra satira contro Napoleone III, nel ’56 “Le contemplazioni”, nel ’59 la prima serie della “Leggenda dei secoli” (le successive escono nel ‘ 77 e nell’83), nel 1862 pubblica “i Miserabili”.
La morte della compagna Adele lo addolora moltissimo, anche se pone fine a un tormento che perdurava da molti anni. Nel 1871 muore anche Charles, il primo figlio avuto dalla Foucher.
Rientra a Parigi dopo il crollo del III Impero, ed entra nel Senato nel 1876.
Muore il 22 maggio 1885. I suoi funerali sono una vera e propria celebrazione: la sua salma viene lasciata per una notte sotto l’Arco di Trionfo dei Campi Elisi, vegliata da dodici poeti.
Note biografiche a cura di Alessio Zenone.
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- L'arte di essere nonno
Queste poesie, nella traduzione italiana in prosa, presentano un Hugo innamorato dei nipoti e che per loro "passa tutti i limiti". Il libro è anche un viaggio emotivo: le bimbe, i bimbi fanno rifiorire tutti i nostri fiori secchi, la loro risata ci può far versare una lacrima, il loro sguardo radioso può dissipare i terrori della vecchiaia. - La battaglia di Mentana
La battaglia di Mentana è un poema epico scritto nel 1867, a seguito dell'omonima battaglia. I volontari garibaldini organizzarono una spedizione militare per raggiungere Roma sperando di suscitare l'insurrezione della città contro il regime papalino ma le cose andarono diversamente. - Castighi
In questa raccolta di poesie, qui nella traduzione italiana in prosa, Hugo esprime i suoi sentimenti di rabbia e di ironia nei confronti di Luigi Bonaparte e del suo colpo di stato, di pietà verso le vittime, di speranza in un pronto riscatto e di fede nella giustizia divina. - Discorso di Victor Hugo a benefizio della Sicilia
Da poco Garibaldi e i mille sono sbarcati in Sicilia ed hanno conquistato l'isola, sconfiggendo l'esercito borbonico. Victor Hugo, convinto sostenitore del Risorgimento italiano, è in esilio e nell'isola inglese di Jersey pronuncia questo discorso in onore di Garibaldi, prontamente pubblicato da un editore di Siena. - Lotte sociali
- I miserabili
Un'opera monumentale pubblicata nel 1862, uno dei romanzi cardine del XIX secolo, fra i più popolari e letti della sua epoca. - Napoleone il piccolo
Primo di una lunga serie di libri di Hugo di denuncia del colpo di stato del 1851 di Luigi Bonaparte, qui l’autore descrive con ferocia la violenza dell’evento, il massacro dei cittadini inermi e la repressione, denunciando la complicità dell'esercito, della magistratura e della Chiesa. Il linguaggio è vibrante e appassionato, ricco di immagini forti e di invettive dirette. - Le notti di San-Cloud, ossia i misteri della famiglia Bonaparte
Seguito del Napoleone il piccolo
Il libro è presentato dall’editore come seguito di Napoleone il piccolo, ma con la prima opera condivide solo l’argomento – il colpo di stato del 1851 – e la veemenza polemica. In Napoleone il piccolo Hugo aveva paragonato Luigi Bonaparte (il piccolo) con Napoleone I (il grande). Qui maltratta l’intera famiglia Bonaparte, con un tono tra lo scandalistico e il diffamatorio, raccontando vizi e difetti di Napoleone il grande, dei suoi genitori e dei suoi fratelli. - Le notti di San-Cloud. Il matrimonio dell'imperatore
Seguito de' misteri de' Bonaparte
Pubblicato anonimo, questo pamphlet è l’ultimo della trilogia cominciata con Napoleone il piccolo. Come nei volumi precedenti, scopo dell’opera è denunciare l’immoralità di Luigi Bonaparte e della sua famiglia in genere. Il tono è lo stesso: pettegolezzi, al limite della diffamazione, verso tutti i protagonisti citati. Alle accuse morali si aggiunge un capitolo dedicato all’analisi frenologica di Bonaparte. - Il Novantatré
Il romanzo è l'ultimo scritto da Hugo. Siamo nella Vandea nel 1793, nel pieno della sanguinosa guerra civile sostenuta dai contadini fedeli alla monarchia e alla chiesa contro gli eserciti repubblicani. La vicenda ruota intorno a tre personaggi dalle convinzioni opposte ed incrollabili, ma che in realtà rivelano tutti le proprie contraddizioni. - Storia di un delitto
Deposizione d'un testimonio
Hugo in questo testo torna a denunciare il colpo di stato di Luigi Bonaparte (1851) e descrive gli accurati preparativi del Bonaparte tra i quali gli arresti dei militari rappresentanti all’Assemblea Nazionale e degli oppositori e la chiusura delle tipografie. Del colpo di stato fu vittima lo stesso Hugo, condannato all’esilio ma presente nell’alimentare la resistenza anche con i suoi scritti. - Sul libero insegnamento
Discorso di V. Hugo pronunziato all'assemblea nazionale francese nella seduta del 15 gennaio 1850
Con questo discorso, tenuto all'Assemblea Nazionale Francese nel 1850, Victor Hugo ribadisce con forza che l’insegnamento debba essere libero, laico, gratuito ed accessibile a tutti i cittadini, e critica duramente il disegno di legge, che affiderebbe il controllo dell'istruzione al partito clericale e che certo limiterebbe la libertà di pensiero e ostacolerebbe il progresso della Francia. - L'ultimo giorno di un condannato a morte
Traduzione di Luigi Masieri (1854)
Questo racconto è un manifesto contro la pena di morte. Non sappiamo nulla del condannato e del suo crimine, ma il silenzio sulle sue vicende ha chiaramente lo scopo di estendere a tutta l'umanità le considerazioni che l'autore fa sulla vicenda del singolo. - L’ultimo giorno d’un sentenziato a morte
Traduzione di Giovanni Battista Carta (1837)
Questo racconto, nella prima versione italiana del 1837, è un manifesto contro la pena di morte ed anche contro la sua spettacolarizzazione. Hugo spera che la lettura del racconto aiuti a «rendere la mano più lenta, quando si tratterà di far balzare una testa pensante».