Breve comunicazione scientifica pubblicata su “Nuova antologia”.
Dall’incipit del libro:
Nel prezioso manoscritto arabo che s’intitola Le meraviglie della natura, Mohammed Kazvini, scrittore persiano, che fioriva nel settimo secolo dell’egira (1300), pone in bocca ad un personaggio allegorico di nome Kidhz il seguente racconto:
Attraversando un giorno una città assai antica e popolosissima, domandai ad uno dei suoi abitanti da quanto tempo fosse fondata. È invero una potente città, mi rispose, ma non saprei dire a qual epoca risalga la sua fondazione, e su questo punto i miei antenati non erano meno ignoranti di me.
Cinque secoli più tardi, nel visitare lo stesso paese, non vidi traccia di abitazioni, ed essendomi imbattuto in un bifolco, il quale mieteva le biade verdeggianti, laddove altra volta sorgevano torri e palagi, quando mai, gli chiesi, andò distrutta la città? In fede mia, la è una strana interrogazione, mi rispose colui, di quale città intendi parlare? Ed io: ma non ve ne fu una ricca e popolosa? Nè io nè i miei vecchi, soggiunse, ne abbiamo mai avuto notizia.


