Gian Filippo Ingrassia (Regalbuto, 1510 – Palermo, 6 novembre 1580) è stato un medico e anatomista italiano.
L’ambiente familiare, ricco di stimoli culturali (lo zio Giovanni scriveva poesie e il fratello Nicolò fu un valente giureconsulto e letterato), influì certamente sulla formazione del carattere e sullo sviluppo intellettuale del giovane Gianfilippo. Egli assorbì una solida cultura classica e una conoscenza abbastanza larga della cultura cinquecentesca.
Il giovane apprese con facilità il latino e il greco, e dimostrò sempre una grande passione, anche da vecchio, per i classici, tanto da passare parecchie notti tutto intento allo studio dei suoi autori prediletti: Omero, Virgilio, Cicerone, ecc. La sua vasta erudizione (conosceva tra l’altro la filosofia platonica ed aristotelica) e la padronanza dei mezzi tecnici gli concessero di poetare in lingua italiana e latina tanto che, giovanissimo, fu accolto tra gli Accademici Accesi di Palermo.
Dopo un primo periodo di preparazione a Palermo, sotto la guida di Giovanni Battista De Petra, il giovane Ingrassia giungeva, nel 1532, all’università di Padova. Qui ebbe la fortuna di avere contatti con grandi nomi della medicina quali Andrea Vesalio, Giovanni Manardo di cui si dichiarò discepolo, Luigi Collado, Realdo Colombo, Gabriele Falloppio e Bartolomeo Eustachi.
Nel 1544 fu chiamato ad insegnare presso l’Università di Napoli; questo periodo coincise con la piena maturità della sua vita e con il massimo splendore della sua attività. Qui divenne lettore unico dell’ateneo, dove si trattenne fino al 1556. Gli anni napoletani, con il suo discepolo Giulio Iasolino, sono arricchiti dalle sue ricerche che si consolidano in “Jatropologia” (1547), “De tumoribus praeter naturam” (1552), oltre al trattato di osteologia “In Galeni librum de ossibus doctissima et expertissima commentaria” pubblicato postumo, nel 1603, per volere del senato palermitano.
Durante il periodo napoletano le sue scoperte più numerose ed importanti furono senza dubbio quelle anatomiche. E fu proprio l’importanza da lui data all’osservazione dettagliata e personale dell’anatomia umana e il suo eccezionale spirito d’osservazione che lo portarono alla scoperta, avvenuta nel 1546, dell’ossicino dell’orecchio interno che egli stesso battezzò staffa e che permise una più idonea comprensione dello stimolo acustico.
Meno noti, ma non per questo meno importanti, furono i contributi dello scienziato alla descrizione di alcune ossa del teschio, e particolarmente dello sfenoide nei suoi processi pterigoidei da lui denominati, l’etmoide e la conca nasale inferiore. Gli sono pure dovute accurate ricerche sulle vescicole seminali, sui corpi cavernosi del pene e dell’uretra che permisero una migliore comprensione del loro funzionamento.
Elevato dal re Filippo II di Spagna, nel 1563, alla carica di protomedico del Regno di Sicilia, proseguì nella sua attività scientifica, divenendo l’autentico fondatore della medicina legale e della medicina pubblica, con risultati teorico-pratici d’importanza fondamentale: basti indicare la grande mole di precisazioni e aggiunte fatte al corpus della medicina greco-araba, le molte correzioni apportate alle opere di Galeno e dello stesso Andrea Vesalio, l’attenta diagnosi di malattie esantematiche, quali il morbillo, la scarlattina, il vaiolo, descritte con un’esattezza che ne attestano la sua sicura e diretta conoscenza.
Quando fra il 1575 e il 1576 la Sicilia fu sconvolta dal flagello della peste, il viceré don Carlo, duca di Terranova, chiamò lo scienziato regalbutese e lo nominò Consultore Sanitario e deputato per il tempo della peste.
In quel frangente Ingrassia dette prova di integrità, notevole generosità e di inconsueta competenza nel prestare soccorso e cure ai cittadini colpiti dalla malattia. Dalle osservazioni e dalle riflessioni ricavate da questa terribile esperienza trasse il materiale per il suo prezioso Informatione del pestifero et contagioso Morbo.
Morì rimpianto da tutti a settant’anni, il 6 novembre dell’anno 1580, per una malattia polmonare.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfilippo_Ingrassia
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Informatione del pestifero, et contagioso morbo
Il quale affligge et have afflitto questa città di Palermo, & molte altre città, e terre di questo Regno di Sicilia, nell’anno 1575 et 1576
L'opera, divisa in quattro parti, presenta la cronaca attenta e puntuale degli eventi sanitari e socio-politici di quel momento storico e costituisce un valido documento del dramma vissuto dalla città di Palermo.