Dall’incipit del libro:

Se la saldezza di un giudizio dovesse giudicarsi dall’accordo delle dottrine che cercano di stabilirne il fondamento, nessuna specie di giudizi sarebbe piú incerta dei giudizi morali. Se così non è, se i giudizi, o almeno alcuni, sono, nonostante l’incertezza del fondamento, riconosciuti e accolti come validi incontestabilmente, può apparire legittimo il dubbio, o che il «vero» fondamento non sia ancora trovato, o che non si possa trovare: cioè che il problema sia insolubile. E in questo caso: se sia insolubile per difetto di mezzi, ossia per radicale nostra incapacità a risolverlo; o perché è un problema mal posto, cioè nella forma con la quale si presenta, illusorio e fittizio. Dichiarando subito che a mio credere il problema è insolubile, ed è insolubile perché fittizio, m’è appena necessario di soggiungere che ciò non equivale in nessun modo (come potrebbe parere a prima vista) a ritenere prive di significato ed infeconde le indagini e le discussioni delle quali fu lievito, né tanto meno ad ammettere che, rimosso il problema fittizio, nessun problema gli sottentri, anzi non ne rampollino piú altri al luogo suo.

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titolo:
Il vecchio e il nuovo problema della morale
titolo per ordinamento:
vecchio e il nuovo problema della morale (Il)
autore:
opera di riferimento:
I Limiti del razionalismo etico di Erminio Juvalta; Giulio Einaudi Editore Biblioteca di cultura filosofica. Vol. I Torino, 1945
cura:
Ludovico Geymonat
licenza:

data pubblicazione:
13 maggio 2007
opera elenco:
V
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Biblioteca Italiana; http://www.bibliotecaitaliana.it/
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it