Prima edizione di questo testo: in: Atti del 4. congresso internazionale di filosofia a Bologna 1911 – Genova : Formiggini, 1911

Dall’incipit del libro:

Ogni giudizio di valutazione morale o è accettato come valido per sé, direttamente e immediatamente; o è accettato come valido in grazia di un altro giudizio, pure di valutazione morale, dal quale è ricavato e del quale si ammette la validità. Ciò è quanto dire che ogni giudizio di valore morale, o è assunto come un dato o postulato, o come una conseguenza, una derivazione, una applicazione di qualche postulato; e che, appunto perciò, qualsiasi dottrina morale si riconduce in ultimo ad uno o più postulati di valutazione morale, di cui si ammette che sia data o accolta la validità direttamente e immediatamente. Questi postulati, etici nel proprio e stretto senso della parola, non sono né scientifici, né metafisici, perché non si possono identificare con giudizi teoretici quali si vogliano, né ricavare da essi; e perciò la discussione così lungamente agitata se la morale si fondi sulla scienza o sulla metafisica, non ha ragione di essere finché si intende nel senso che si possa o si debba cercare il criterio di valutazione morale in qualche «verità» di ordine empirico o metaempirico.

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titolo:
Postulati etici e imperativo categorico
titolo per ordinamento:
Postulati etici e imperativo categorico
autore:
opera di riferimento:
"I Limiti del razionalismo etico", di Erminio Juvalta; Biblioteca di cultura filosofica, Vol. I; a cura di Ludovico Geymonat; Giulio Einaudi Editore; Torino, 1945
cura:
Ludovico Geymonat
licenza:

data pubblicazione:
11 marzo 2007
opera elenco:
P
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Biblioteca Italiana, http://www.bibliotecaitaliana.it/
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it