Dall’incipit del libro:

Che una persona sia attiva o pigra, avveduta o sciocca, sincera o non sincera, è questione di fatto.
Che la alacrità sia preferibile alla pigrizia, e l’avvedutezza alla scempiaggine, e la sincerità alla doppiezza; e che l’una qualità sia un valore e l’altra un non-valore, è questione di valutazione. Alla risoluzione della prima è del tutto estranea la soluzione della seconda, come a decidere sulla seconda non giova la conoscenza dell’altra. Il che viene a dire che dai giudizi di fatto o di esistenza o teoretici non si possono ricavare giudizi di valutazione, come da giudizi di valutazione non si possono ricavare giudizi di realtà. Parimenti, e per la stessa ragione, da nessuna legge biologica si può dedurre che la vita sia un bene, né da nessuna legge sociologica che una società qualsiasi meriti o no di essere conservata.

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titolo:
Su la pluralità dei postulati di valutazione morale
titolo per ordinamento:
Su la pluralità dei postulati di valutazione morale
autore:
opera di riferimento:
"I Limiti del razionalismo etico", di Erminio Juvalta; a cura di Ludovico Geymonat; Biblioteca di cultura filosofica, Vol. I; Giulio Einaudi Editore; Torino, 1945
cura:
Ludovico Geymonat
licenza:

data pubblicazione:
13 maggio 2007
opera elenco:
S
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Biblioteca Italiana, http://www.bibliotecaitaliana.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it