Jean sire di Joinville è considerato uno dei grandi storici francesi del medioevo. Il suo nome è accostato a quelli di Robert de Clari (1170 c. – 1216 c.) e di Geoffroi de Villehardouin (1160 – 1213), che prima di lui narrarono le vicende della quarta crociata e della conquista di Costantinopoli, di Jean Froissart (1337 c. – 1405 c.), autore delle Chroniques considerate una delle opere più importanti del periodo cavalleresco, e di Christine de Pizan ( Cristina da Pizzano, nata a Venezia e naturalizzata francese, 1364 – 1430 c.), riconosciuta in Europa come la prima scrittrice di professione e la prima storica laica, autrice di una biografia di Carlo V.
Jean de Joinville nacque nella contrada omonima intorno al 1224, figlio maggiore di Simon de Joinville, di nobile famiglia della Champagne, contea del nord-est della Francia, e di Beatrice d’Auxonne, figlia del conte di Borgogna. Aveva due sorelle, delle quali non si è trovato il nome, e tre fratelli: Geoffroy, Simon e Guillaume. La sua educazione, consona al suo livello sociale, presso la corte del conte di Champagne Teobaldo IV, lo rese edotto in lettura, scrittura e gli diede un primo approccio al latino. All’età di dieci anni, nel 1234, alla morte del padre, ereditò, sotto la tutela della madre, il titolo di siniscalco di Champagne. Questa carica lo rendeva rappresentante del re nella sua zona, gli conferiva compiti amministrativi, giudiziari e fiscali, compiti che svolse con grande cura e attenzione al bene dei suoi vassalli. Nel 1238 avvenne la sua consacrazione a cavaliere (1).
Nel 1240 sposò Adélaide (o Ordile o Alix), figlia di Henri V, conte de Grandpré. Nel 1248 nacque il suo primogenito Jean ma nessuno dei due figli nati da questo matrimonio sopravvisse al padre. Alla morte, nel 1261, di Adélaide, sposò in seconde nozze Alix, figlia di Gauthier, signore di Reynel, che morì nel 1288. Dal secondo matrimonio nacquero sei figli. Deceduto il primogenito Jean nel 1304, il figlio Anseau (o Ancel), nato nel 1265, alla morte del padre, ereditò il titolo.
Nel 1241 Joinville, accompagnando il suo signore Tebaldo, venne presentato alla corte del re di Francia Luigi IX (1215 – 1270) in occasione della festa data a Saumur per il cavalierato di Alfonso di Poitou, fratello del re. In seguito fece forse un pellegrinaggio al santuario di San Giacomo a Compostela. Joinville possedeva una profonda e sentita religiosità, tratto comune peraltro alla figura del cavaliere medioevale. Nel 1244, quando il re organizzò la settima crociata in Terra santa, il ventenne sire di Joinville decise di unirsi ad essa insieme con dieci suoi cavalieri e relative truppe al suo servizio, così come suo padre aveva fatto circa 30 anni prima partecipando alla crociata albigese (2). Joinville dunque ‘prese la croce’.
Egli e il suo seguito scesero in battello la Saona e il Rodano, salparono da Marsiglia nell’estate del 1248 e, dopo alcune settimane, giunsero a Cipro. Qui la spedizione crociata si concentrò in attesa della stagione migliore per navigare verso l’Egitto. L’allestimento dell’impresa aveva grandemente ridotto le sostanze del cavaliere dello Champagne, ma Luigi IX lo assunse alle sue dirette dipendenze con una ricompensa di 800 lire tornesi. Il buon senso, la franchezza e l’onestà di Joinville, oltre alla sua grandissima reverenza verso il suo sovrano, non tardarono a suscitare la stima e la confidenza del re, creando tra i due uno stretto intimo legame, che sarebbe durato saldo tutta la vita.
Con l’arrivo della primavera del 1249 si crearono le condizioni per la navigazione. Una flotta di 1800 navi salpò trasportando tutta l’armata cristiana e giungendo, il Lunedì di Pasqua del 1249, davanti a Damietta, sul delta del Nilo. Il re e Joinville furono tra i primi a sbarcare e in breve la città costiera fu conquistata. Il soggiorno a Damietta dell’armata cristiana durò diversi mesi, nei quali Joinville divenne consigliere del sovrano ed ebbe modo di annotare informazioni sul paesaggio, sulla vita sul Nilo e sulle popolazioni beduine locali. Alla battaglia di al-Manṣūra, l’8 febbraio 1250, Joinville si batté valorosamente, ma fu ferito, disarcionato e fatto prigioniero insieme con Luigi IX e il suo seguito. Partecipò ai negoziati di liberazione e alla raccolta del riscatto, poi accompagnò il re in Siria. Joinville fu vicino al re nei difficili momenti dopo la sconfitta e lo esortò a rimanere in Terra santa, sostenendo che la partenza avrebbe comportato sicuramente la perdita della Terra Santa e l’eterna prigionia di quanti ancora trattenuti dai musulmani. Dunque la guerra continuò in Palestina e Joinville restò sempre a fianco del sovrano nelle battaglie e poi nel ritorno in patria (1254). Nel 1250-1251 a S. Giovanni d’Acri compose il Credo, ch’egli stesso fece miniare: un commentario di fede cristiana che contiene informazioni sulla sua prigionia, di cui curò una seconda redazione nel 1288. Egli ebbe il delicato incarico di accompagnare, da San Giovanni d’Acri a Tiro, la regina Margherita di Provenza e i suoi figli piccoli. Si imbarcò infine col sovrano e condivise le traversie di quasi tre mesi di navigazione fino alle coste del sud della Francia.
Rimasto il principale confidente del re, nel 1255 fu incaricato dell’importante negoziato per il matrimonio di Isabella di Francia, figlia di Luigi, con Tebaldo II di Navarra. Fu un periodo di pace nel quale Joinville si divise tra la corte del re e quella di Champagne. Nel 1270 Luigi IX, ormai stanco e provato, partì per l’ottava crociata con tre dei propri figli. Ma Joinville questa volta non lo seguì, sostenendo davanti al re l’inefficacia dell’impresa e lo stato di miseria dei suoi vassalli, che ancora non si erano ripresi dalle perdite conseguenti alla precedente spedizione. La crociata si risolse poi in un disastro e il re morì davanti a Tunisi il 25 agosto 1270. Il re Filippo III, successo a Luigi, continuò ad accordare a Joinville i suoi favori, ma non il suo successore Filippo IV il bello.
A partire dal 1271 la Chiesa condusse una lunga inchiesta su Luigi IX, che terminò con la canonizzazione, nel 1297, per volere di Bonifacio VIII; la testimonianza che Joinville, in quanto intimo consigliere e confidente del re, rese a Saint-Denis nel 1282 fu fondamentale per il successo del processo. Joinville nel 1298 fu anche presente all’esumazione del corpo del santo. Intorno al 1299 Giovanna di Navarra, nipote di Luigi IX e consorte di Filippo il bello, chiese all’ormai anziano cavaliere di scrivere la biografia del defunto sovrano. Ella morì nel 1305 e non vide mai l’opera terminata. Joinville concluse il Livre des saintes paroles et des bons faiz de nostre saint roy Looÿs (oggi nota come la Vie de saint Louis o Vita di San Luigi) probabilmente nel 1309 e la dedicò al figlio di lei, il futuro Luigi X.
Nel 1314 Joinville si oppose, insieme con altri signori, ai tributi che Filippo IV voleva imporre ai nobili; l’anno successivo rinnovò tale opposizione alle stesse imposizioni proposte da Luigi X, che infine cedette e mantenne i privilegi della nobiltà. Nel 1315 Joinville, a 91 anni, su convocazione del re, non esitò a partire insieme con altri cavalieri per combattere contro i Fiamminghi.
Morì nel 1319 (o 1317, secondo alcuni studiosi), un’età indubbiamente eccezionale per l’epoca, quando in media l’aspettativa di vita era tra i 40 e i 45 anni, nonostante la conformazione del suo corpo non sembrasse garantire una grande longevità. Lui stesso raccontava di avere la testa grande e la ‘gola fredda’, cioè lo stomaco freddo, per cui i medici gli consigliavano di bere il vino puro, per scaldarlo. I tratti che riporta dalle sue conversazioni rivelano in lui un umorismo allegro e un grande candore. Oltre alla sua opera su San Luigi e al suo Credo o “Confessione di fede“, di Joinville esistono numerose lettere e documenti commerciali riguardanti il feudo di Joinville. Questi hanno sicuramente una notevole importanza storica, ma la sua indiscutibile fama si deve alla storia delle sue esperienze crociate e del successivo destino di San Luigi.
Fu inumato nella cappella di Saint-Joseph della chiesa di Saint-Laurent del castello di Joinville, purtroppo andato distrutto. Gli succedette nella signoria di Joinville il figlio Anseau. Le tombe dei signori di Joinville furono rispettate fino alla Rivoluzione; allora furono profanate e i resti del fedele amico del re, il siniscalco, furono dispensi. Tuttavia, la gente della città insorse in memoria dei suoi antichi signori e costrinse le autorità locali a far seppellire quel che restava con una certa solennità. Ora sono conservati nel cimitero cittadino. Il castello non esiste più; cespugli e rovi ricoprono ora il colle dove sorgeva il palazzo feudale.
La statua di Jean de Joinville è una delle 86 statue di uomini illustri, installate tra il 1853 e il 1857 sulle ali del cortile napoleonico del Palazzo del Louvre a Parigi. Nell’Epitaffio trovato nella sua sepoltura nel 1629, sul lato destro dell’altar maggiore della chiesa di Saint-Laurent, si leggeva:
Chiunque tu sia, cittadino o viaggiatore
aspetta a piangere, leggi.
[…] Un tempo il grande siniscalco di Champagne
il più valoroso in guerra, il più giusto in pace […]
Le anime immortali di tanti uomini amano l’anima sua vivente in cielo;
i mortali sopravvissuti adorarono il corpo sulla terra:
di candido ingegno, affabile e amabile,
molto gradito a re Luigi, molto lodato dai nobili,
prezioso per la Gallia […]
Requiescat in pace.
Fonti:
- François Clément, Nicolas Viton de Saint-Allais, L’art de vérifier les dates des faits historiques, des chartes, des chroniques, Parigi, 1818-1830, p.325 e segg.. https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5749966f/f334.item
- Jules Fériel, Jean, sire de Joinville, Chaumont, Impr. de Vve Miot-Dadant, 1853. https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k57937119.r=Jules%20F%C3%A9riel?rk=171674;4
- Henri-François Delaborde, Jean de Joinville et les seigneurs de Joinville; suivi d’un catalogue de leurs actes, Parigi, Picard et fils, 1894, p. 68 e segg.. https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k31550r . Nel volume sono presenti un’ampia bibliografia della critica e una bibliografia delle edizioni moderne a stampa dell’opera fino alla fine del XIX secolo, biografie degli antenati di Jean de Joinville a partire da Étienne, indicato nel 1005 come Novi Castelli Dominus, e dei successori, cenni sui rami secondari della famiglia, una tavola genealogica e infine un catalogo degli atti dei signori di Joinville.
- George Saintsbury, Joinville, Jean, Sire de. In Chisholm, Hugh (ed. 1911). Encyclopædia Britannica. 18 (11th ed.). Cambridge University Press. pp.492–493. https://en.wikisource.org/wiki/1911_Encyclopædia_Britannica/Joinville,_Jean,_Sire_de
- Federico Chabod, JOINVILLE, Jean sire di, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1933. https://www.treccani.it/enciclopedia/jean-sire-di-joinville_(Enciclopedia-Italiana)/
- Jacques Le Goff, Mon ami le saint roi : Joinville et Saint Louis (réponse), in Annales. Histoire, Sciences Sociales, 56e année, no 2, 2001, p.469-477
- Alessandro Barbero, Alessandro Barbero – Jean de Joinville, su YouTube, 2020 al Festival della Mente di Sarzana 2011. Intervento dal titolo Come pensava un uomo del Medioevo? Il cavaliere. https://www.youtube.com/watch?v=luQ2xS1CYBg
- Bibliogra**phie de Jean de Joinville, su Les Archives de littérature du Moyen Âge, con una ricca bibliografia e con la lista dei testimoni manoscritti della sua Vita di san Luigi, delle edizioni antiche e di quelle moderne fino al 2004, delle edizioni parziali e delle traduzioni moderne. La pagina è aggiornata all’agosto 2021. https://www.arlima.net/il/jean_de_joinville.html
- https://it.wikipedia.org/wiki/Jean_de_Joinville
- https://fr.wikipedia.org/wiki/Jean_de_Joinville con ampia bibliografia e ampi legami esterni.
- https://en.wikipedia.org/wiki/Jean_de_Joinville
- Jean de Joinville, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. https://www.britannica.com/biography/Jean-sire-de-Joinville
- French literature, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. https://www.britannica.com/art/French-literature/Lyric-poetry-in-the-14th-century#ref385506
- Jean de Joinville, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. https://www.newadvent.org/cathen/08495b.htm
Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
(1) In realtà secondo gli storici François Clément e Nicolas Viton de Saint-Allais il giovane Joinville dichiarava che egli nel 1243 «non aveva ancora vestito l’usbergo» cioè non aveva ancora mai portato le armi e non era stato ancora nominato cavaliere.
(2) La crociata albigese o crociata catara (Croisade des albigeois) fu una campagna militare (1209 – 1229) voluta da papa Innocenzo III con lo scopo di estirpare il catarismo – movimento ereticale cristiano – dal sud della Francia. La crociata fu condotta principalmente dalla corona francese assumendo un connotato fortemente politico.
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- La sesta crociata, ovvero L'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi 9. di Francia
Quest'opera (1305-1309) di Jean de Joinville è considerata uno dei capolavori della letteratura francese del Medioevo; indubbiamente costituisce un'inestimabile testimonianza della personalità di uno dei migliori sovrani che mai abbiano regnato in Francia e insieme dell'immagine del perfetto cavaliere medioevale.