Dall’incipit del libro:
La suora entrĂ² nella camera della giovinetta inferma con un mazzo di rose bianche tra le mani:
Guardi che bellezza….
Jole socchiuse appena le palpebre, pigramente, dal letto ove giaceva nel dolce languore della convalescenza appena iniziata. La suora, giovane, esile, assai alta di statura, vestiva l’abito bianco dell’Ordine Domenicano. Per avvicinarsi al letto, passĂ² attraverso a un raggio di sole che s’insinuava nella stanza dalle imposte semichiuse. E la sua figurina ascetica ebbe in quell’istante l’incanto d’una apparizione. Guardi…. — ella insistè con una voce tenera e armoniosa: — si svegli, basta dormire, adesso. Jole sbadigliĂ², aperse un occhio solo, sorrise ai fiori e alla sua vigile infermiera insieme, poi trasse dalle coltri la piccola mano magra, esangue, piegĂ² il mazzo di rose verso il suo viso, ve lo immerse un momento.


