Traduzione italiana di Giuseppe Ciancabilla.
Dall’incipit del libro:
L’umanità ha assai progredito da quelle remote età in cui l’uomo, tagliando nella selce rozzi strumenti, viveva degl’incerti prodotti della caccia e non lasciava in eredità a’ suoi figliuoli che un ricovero sotto le roccie e dei poveri utensili di pietra, nonchè la Natura immensa, incompresa, terribile, colla quale essi dovevano entrare in lotta per mantenere la loro meschina esistenza.
In questo lungo periodo di agitazione, che ha durato per migliaia e migliaia d’anni, il genere umano ha nondimeno accumulato inauditi tesori. Ha dissodato il suolo, prosciugato le paludi, è penetrato nelle foreste, ha tracciato strade; ha costrutto, inventato, osservato, ragionato; ha creato degli strumenti complicati, ha strappato alla natura i suoi segreti, ha domato il vapore; tanto che, oggi, al suo nascere, il figlio dell’uomo civilizzato trova a sua disposizione un capitale che gli permette di ottenere, con niente altro che il suo lavoro combinato col lavoro altrui, delle ricchezze sorpassanti i sogni degli Orientali nelle loro novelle delle Mille e una Notte.


