Sof’ja Vasil’evna Kovalevskaja nacque a Mosca il 15 gennaio del 1850, seconda di tre figli, da V. V. Korvin-Krukovskij, nobile lituano luogotenente generale di artiglieria, e da Elisaveta Fedorovna Schubert. Il nonno materno F. F. Schubert, generale di fanteria, era un noto matematico, e il bisnonno, trasferito in Russia dalla Germania nel XVIII secolo, era un astronomo molto famoso.
Sof’ja Kovalevskaja trascorse la sua infanzia a Palibino, una tenuta di famiglia nel distretto di Nevelsk, il governatorato di Vitebsk. L’influenza più forte fu forse quella della sorella Anna, di sette anni maggiore, che tra letture varie e contatto con idee progressiste, nel 1865 soggiornando con la madre e Sof’ia a San Pietroburgo, conosce personalmente Dostoevskij, il quale si innamora di lei e le dichiara il suo amore venendo però respinto. Dostoevskij e le due sorelle rimarranno comunque sempre in ottimi rapporti sia personali che epistolari.
Anna e Sof’ja ovviamente mal sopportano la vita a Palibino e per sfuggire escogitano la soluzione già prospettata dalla lettura di Che fare? di Černyševskij del matrimonio “fittizio”. Anna decide di seguire questa via e va incontro a qualche delusione; quando incontrano Vladimir Kovalevskij – già partecipante all’insurrezione polacca e alla campagna di Garibaldi del 1866 – traduttore di opere nichiliste e scientifiche (tra le quali Darwin e Lyell), nonostante gli studi iniziali di diritto, questi accetta la proposta ma vuole sposare Sof’ia. Il matrimonio, nonostante le resistenze della famiglia, si celebra nel settembre del 1868. In questo periodo Sof’ia incontra Nadejda Suslova, la prima donna medico russa, laureata a Zurigo.
La coppia si trasferisce in Germania, insieme alla sorella di lei, Anna, e al fratello di lui. Vladimir intraprende lo studio della paleontologia alle università di Vienna e Jena, mentre Sof’ja si dedica alla matematica pura a Heidelberg e a Berlino, concretizzando così uno spiccato interesse che aveva fin da bambina. Il migliore analista matematico della sua epoca, Karl Weierstrass, le impartisce lezioni private (all’università di Berlino non erano accettate le donne). Con tre dissertazioni (quando per un maschio ne sarebbe bastata una) l’università di Göttingen la laurea “dottore summa cum laude” in matematica e Sof’ja nel 1874 diviene così la prima donna laureatasi in matematica.
Anna nel frattempo si era trasferita a Parigi dove avrebbe avuto un ruolo non secondario nelle vicende dalla Comune, fondando assieme ad Andrée Leo il giornale «La Sociale». Per cui una scappata a Parigi in questo periodo riesce a farla anche Sof’ja. Anna si lega sentimentalmente col matematico Victor Jaclard, (matrimonio celebrato dal comunardo Benoît Malon) blanquista e membro dell’Internazionale. Lo segue in esilio a Ginevra (dopo che Jaclard era stato arrestato ed evaso) dove reincontra Elisabeth Dmitriev (già conosciuta a San Pietroburgo) insieme alla quale dà vita alla sezione russa della prima internazionale. Louise Michel scrivendo di Anna la definisce “eroina”.
Sof’ja e Vladimir riescono, nonostante il blocco prussiano, a entrare in Parigi e vi rimangono 38 giorni dal 5 aprile al 12 maggio. Rientrano in Russia nel 1874 e decidono di mettere fine al matrimonio “fittizio” facendolo divenire “reale”. Tentativo non coronato da grande successo. Nel 1878 nasce la figlioletta, Sof’ja (diventerà anch’essa matematica). Non potendo esercitare l’insegnamento superiore, negato alle donne, manda articoli scientifici e critiche teatrali al giornale «Novoe Vremja»; conosce Sečenov e Mendeleev; riprende a frequentare Dostoevskij e conosce Turgenev. Vladimir nel 1881 si reca a Mosca a insegnare geologia, (in pratica la sua opera è oggi considerata fondante della paleontologia evolutiva) ma una serie di investimenti immobiliari disastrosi lo portano alla rovina e si suicida nel 1883.
Nel frattempo però Sof’ja ha ripreso gli studi di matematica e nel 1880 al congresso internazionale dei naturalisti a San Pietroburgo espone la sua relazione sugli integrali abeliani che impressiona il matematico svedese Gösta Mittag-Leffler che le offre la cattedra all’università di Stoccolma. Diviene così la prima donna al mondo insegnante universitaria (e solo nel 1908 troveremo la seconda, Marie Curie).
Nel 1888 ottiene il premio Bordin presso l’accademia delle scienze francese e l’anno successivo viene eletta (anche in questo caso prima donna) membro dell’accademia delle scienze russa. Avrebbe voluto risposarsi nella primavera del 1891, con un cugino del marito, sociologo e professore di diritto all’università di Mosca, ma muore di polmonite il 10 febbraio di quello stesso anno.
Fonti:
- Michel Niquez, Nichilismo, femminismo e matematica, prefazione a S.K. Una ragazza nichilista, Trieste 2005.
- S. Kovalevskaja, Memorie d’infanzia, Bologna 2000.
- Anne Charlotte Leffler, Sonja Kovalevsky: was ich mit zusammen erlebt habe und was sie mir uber sich selbst mitgeteilt hat, Leipzig s.d.
- Sonia Kovalevsky. Biography and autobiography, http://runeberg.org/kovalevsky/
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Una nichilista
Vèra, figlia più giovane di un nobile proprietario terriero russo, compie un percorso di consapevolezza assistendo dapprima all'atto di affrancamento del febbraio 1861, leggendo poi le vite dei martiri cristiani e costruendo quindi una visione mistica della propria vita.