Achille Loria
L’economista Achille Loria, fratello del matematico Gino, nacque a Mantova nel 1857.

Insegnò dapprima nel liceo della sua città e poi nelle università di Bologna, Pavia, Roma, Berlino e Londra.

Fu docente di economia politica all’Università di Siena nel 1881, divenendone professore ordinario nel 1885; fu socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei (1887), nonché membro di una trentina di accademie e società di studio tra le più prestigiose del mondo.

Nel 1891 passò all’Università di Padova per poi insegnare in quella di Torino dal 1903 al 1932. Divenne professore emerito nel 1932.

Diresse la rivista “Echi e Commenti” dal 1920 al 1928.

Senatore del Regno dal 1919, durante il fascismo restò dignitosamente in disparte. Alla fine del 1922, dopo la marcia su Roma, prese la parola in Senato per rilevare che, con il voto a favore della richiesta dei pieni poteri da parte di Mussolini, si assisteva “allo spettacolo di un Parlamento che si suicida abdicando alle sue prerogative secolari”.

Durante la seconda guerra mondiale, braccato dai nazifascisti (il Loria era di origine ebraica), si rifugiò con la famiglia a Luserna San Giovanni (vicino Torino), dove morì il 6 novembre 1943.

Si dedicò in particolar modo alla diffusione della cultura economica tra le masse, essendo vicino alle idee socialiste, ma avendone un’interpretazione idealistica, distante da quella scientifica teorizzata da Marx; propugnò un piano di riforme volte a risolvere la questione agraria rendendo i contadini proprietari della terra.

Fece un tentativo di costruire un modello del sistema capitalistico partendo dal regime di proprietà fondiaria e spiegando tutto il resto (accumulazione, distribuzione del reddito, ecc.) sulla base della struttura e dell’evoluzione del regime fondiario. Nell’età contemporanea, secondo il Loria, l’affermarsi del capitalismo nelle campagne, accresce la quota di rendita sul prodotto complessivo. Dalla crisi economica e sociale conseguente si esce soltanto con energiche misure legislative a favore della cooperazione e della piccola proprietà agricola.

Le opere successive del Loria aggiunsero a questa rappresentazione di base alcune altre idee (p. es.: il declino storico della “terra libera” rende più aspro il conflitto fra capitalisti e lavoratori; l’alleanza fra capitalisti e proprietari fondiari impedisce ai lavoratori l’ “accesso” alla terra e la conseguente trasformazione in coltivatori diretti).

La figura del Loria, nonostante i numerosi riconoscimenti pubblici, resta alquanto controversa: ad esempio, fu duramente criticato da Engels che lo accusò di aver plagiato e falsificato la teoria marxista del valore e la sua concezione materialistica della storia.

Gramsci ironizzò su alcune sue bizzarre teorizzazioni (l’idea che l’invenzione dell’aeroplano avrebbe potuto risolvere il problema della fame nel mondo facilitando la caccia agli uccelli, le grossolane ipotesi sui rapporti tra l’italiano e il latino, gli scritti sulla connessione fra “misticismo e sifilide” e in generale il nessun rigore scientifico delle sue pubblicazioni), definendolo perfino “un cervello incapace di pensare”. Creò addirittura la categoria del “lorianismo”, riferita a quegli intellettuali italiani caratterizzati da «disorganicità, assenza di spirito critico sistematico, trascuratezza nello svolgimento dell‘attività scientifica […] indulgenza etica nel campo dell‘attività scientifico-culturale».

In un soggiorno a Londra nel 1882 incontrò Engels. Ma nel 1883, in un necrologio, egli prese vivacemente le distanze da Marx, criticandone la teoria del valore-lavoro e mettendo in luce, forse per primo, la difficoltà di conciliarla con un’efficace teoria della formazione dei prezzi di mercato. Questo causò una veemente risposta epistolare di Engels, che da allora non mancò di bollare il Loria da “Dulcamara”, bollandolo come intellettualmente disonesto.

Negli anni, diversi economisti e sociologi italiani e stranieri intervennero sulla sua opera, con accenti di rispetto, ma anche muovendo critiche non marginali alla solidità dell’impianto e alla lucidità del ragionamento. Il suo maggiore avversario fu Antonio Labriola, che, preoccupato dell’influenza ideologica negativa delle sue idee sul movimento socialista, spinse Benedetto Croce a muovergli un attacco frontale.

Fonti:

Note biografiche a cura di Roberto Rogai

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • La filosofia contro la scienza
    L’intervento di Loria è a difesa della scienza, ma egli sottolinea la mancanza di grandi figure capaci di sintetizzare i dati raccolti e rimprovera agli scienziati la tendenza alla specializzazione settoriale.
  • Malthus
 
autore:
Achille Loria
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Loria, Achille
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