Alessandro Luzio nacque a san Severino Marche il 25 novembre 1857. Il padre Nicola era geometra e la madre, Filomena Scalamonti di famiglia nobile anconetana.
Conseguì la licenza presso la facoltà romana di lettere e di filosofia, in pratica i primi due anni di corso, cosa che gli consentiva la carriera di insegnante nelle scuole secondarie inferiori.
Esordì come pubblicista prendendo parte alle lotte politiche in polemica con massoni, radicali e socialisti e dedicandosi al tempo stesso a studi letterari sul Rinascimento. Giornalisticamente esordì con “L’Ordine” di Ancora. E sempre nella sua provincia natale collaborò al periodico letterario “Preludio” e al “Giornale storico della letteratura italiana”. Fu poi direttore, su invito dell’ex mazziniano mantovano G. Finzi, della “Gazzetta di Mantova” dal 1882 al 1893.
In seguito a processo intentatogli da Felice Cavallotti per diffamazione dovette andare in esilio a Vienna, dove rinunciando alla vita politica, si convertì agli studi storici sul Risorgimento, instaurando in questo campo il metodo scientifico attraverso lo studio comparato delle fonti austriache e italiane. Alla morte di Cavallotti chiese la grazia e gli fu concesso di far ritorno in patria Fu sovrintendente successivamente dell’Archivio di Stato di Mantova nel 1899 e di quello di Torino dal 1917.
Dal 1901 iniziò a collaborare alla terza pagina del “Corriere della sera” e alla sua rivista mensile “La lettura”. Interruppe la collaborazione nel 1915 in quanto non condivideva la scelta interventista del quotidiano e del suo direttore Albertini. Pur se fortemente patriottico Luzio era fortemente antirredentista, a causa della sua fondamentale adesione al conservatorismo tedesco. Tuttavia negli anni della guerra, assieme alla moglie Marianna Mazzi fu attivissimo nell’assistenza ai soldati feriti. Riprese la collaborazione con il “Corriere della sera” solo nel 1926. Conquistato al fascismo sostanzialmente perché vedeva con le leggi del 1925 contro le associazioni segrete, coronata la sua lotta contro la massoneria, fu poi anche almeno in parte sostenitore delle leggi razziali antisemitiche collaborando anche alla “bonifica del libro”, in pratica la censura del minculpop.
Accademico d’Italia nel 1829, fino al 1939 fu vicepresidente dell’Accademia. Tra le sue opere si ricordano: Le cinque giornate di Milano nelle narrazioni di fonte austriaca (1899); A. Salvotti e i processi del ventuno (1901); Il processo Pellico Maroncelli (1903); Profili biografici e bozzetti storici (1906); Felice Orsini (1914); Carlo Alberto e Mazzini (1923) Garibaldi, Cavour e Verdi (1924); La massoneria e il risorgimento italiano (1925 in due volumi). Curò inoltre l’edizione del Copialettere di Giuseppe Verdi (1913) insieme a Gaetano Cesari e fece parte per molti anni della commissione nazionale che editò i Carteggi di Camillo Cavour.
Pensionato si ritirò a Mantova dove morì il 22 agosto 1946.
Fonti:
- G.C. Buraggi: Alessandro Luzio, in “Bollettino storico bibliografico subalpino”, 1947, pp. 103-108.
- M. Bianchedi: La figura e l’opera di Alessandro Luzio, San Severino Marche, 1957.
- A. Monti: Uno studioso della Lombardia nel Risorgimento: Alessandro Luzio; in “Studi sul risorgimento in Lombardia”, Vol. II, 1950.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Giuseppe Mazzini
Conferenza
Luzio difende l’integrità e la purezza della vita del grande patriota genovese, la sua affettività squisita e la sua altezza morale con appassionato ardore e ampia documentazione. - Manzoni e Diderot
La monaca di Monza e La religieuse. Saggio critico
Pubblicato nel 1884, questo testo rappresenta la tesi per il diploma di licenza conseguito dal Luzio nel 1878 alla facoltà romana di lettere e filosofia.