Camille LemonnierCamille Lemonnier nacque a Ixelles il 24 marzo 1844. Entrambi i genitori erano fiamminghi. Studiò giurisprudenza e lavorò, ma solo per tre anni in un ufficio governativo.

Dopo questa parentesi si dedicò alla critica d’arte. Esordì con la pubblicazione nel 1863 di Le Salon de Bruxelles. Nel 1868 partecipò alla fondazione della Société Libre des Beaux-Arts, un gruppo con idee decisamente d’avanguardia.

Si trasferì in collina presso Namur, e senza dubbio il contatto con la natura influenzò i suoi migliori lavori. Nos Flamands (1869) e Croquis d’automne (1870) risalgono a questo periodo. Scrisse anche ricordi di guerra tra i quali ricordiamo Sedan del 1871.

Dopo alcuni volumi di racconti, Contes flamands et wallons (1873) e Histoires de gras et de maigres (1874), la sua capacità di romanziere, emerse con Un Coin de village (1879) simpatica descrizione di vita contadina. Del 1880 e del 1881 i suoi romanzi più noti: Thérèse Monique e Un mâle. Tradotto con tre edizioni diverse in italiano, quest’ultimo tratta degli amori di un bracconiere e della figlia di un contadino. Il bracconiere rappresenta l’incarnazione della vita rustica e della foresta che lo circonda. Le Mort (1882), descrive il rimorso di due contadini per un omicidio che hanno commesso, riproposto anche dallo stesso autore in veste teatrale come tragedia in cinque atti (1899).

Scrisse in tutto 29 romanzi spesso di crudo realismo che lo hanno fatto accostare, impropriamente, al verismo; ispirati alla società contadina, ma anche a quella borghese, esalta comunque nei suoi personaggi gli istinti naturali e vitali. Molti suoi romanzi sono costruiti su schemi tipici del movimento naturalista, risentono certamente dell’influenza di Zola, che spesso dimostrò il suo apprezzamento.

Durante la sua residenza a Parigi, caratterizzata anche dalla sua collaborazione al «Mercure de France», nel 1888 fu processato per oltraggio alla morale pubblica. Fu processato anche a Bruxelles e a Bruges, ma sempre assolto. I testi incriminati erano Les concubins (1886), L’Homme en amour (1887), Madame Lupar (1888).

Forse anche queste esperienze contribuirono a indurlo a dare un nuovo taglio alla sua narrativa. L’île vierge (1897), Adam et Eve (1899) e Au Cœur frais de la forêt (1900) sono caratterizzati da una maggiore indagine psicologica dei personaggi e il realismo dei romanzi precedenti si stempera in una visione più sentimentale, un’idea di purezza che si identifica per la donna e l’uomo con la natura e lontano dalla tumultuosa vita cittadina.
Morì a Bruxelles il 13 giugno 1913.

Fonti:

  • C. Hanlet, Camille Lemonnier, le Zola belge; Liegi 1943.
  • P. Delesmme-R.Trousson, Le naturalisme et le lettres françaises de belgique; Bruxelles, 1985.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Canzone di campane
    Nell'ultimo romanzo (1911), Lemonnier svolge l'intima vicenda familiare in un'affascinante e diafana Bruges immersa ora nelle nebbie novembrine ora nelle foschie di una mite estate.
 
autore:
Camille Lemonnier
ordinamento:
Lemonnier, Camille
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L