Carlo LinatiCarlo Linati nacque a Como il 25 aprile 1878.

Studiò al Cicognini di Prato – la scuola era nota per aver avuto tra gli insegnanti Mario Pratesi e, fra gli allievi, Gabriele D’annunzio –; si trasferì poi a Torino e quindi conseguì la laurea in legge a Parma. Ma non esercitò la professione: “amando io più dei codici e delle leggi le birbe matricolate che le infrangono”. E quindi già nel 1903 fonda insieme a Marinetti e Umberto Notari il settimanale illustrato «Verde e azzurro» noto soprattutto per le dimensioni gigantesche del suo formato, quasi un metro quadrato. A Firenze conosce Papini e collabora alla «Voce»; nel frattempo era divenuto amico del poeta Lucini.

Negli anni ’20 stringe amicizia con Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale e Piero Gadda Conti. Con gli ultimi due condivideva il grande amore per l’estremo levante ligure, le Cinque Terre e Portovenere.

Letterariamente Linati si inserisce nel solco novecentesco della tradizione lombarda che oscilla tra gli aspetti stilistici manzoniani e il rifiuto della sua struttura narrativa; approda quindi a un attento esercizio descrittivo fondato su un espressionismo che include forme dialettali e arcaiche; sotto questo aspetto è facile riscontrare l’influenza della scapigliatura e di Dossi.

Le ambientazioni lombarde con la descrizione della campagna sono rese in maniera sempre efficace dalla prosa di Linati che spazia dalla delicatezza e dalla malinconia fino alle impennate delle invenzioni linguistiche innovative pur nella loro solida costruzione lessicale, spesso basate sul suo legame anche linguistico con il dialetto lombardo occidentale, quello della regione della storica “Insubria” alla quale era particolarmente legato. In quest’ambito si collocano alcune tra le sue opere migliori: Il tribunale verde (1906); Cristabella (1909); Portovenere (1910); Duccio da Bontà (1911); I doni della terra (1915); Nuvole e paesi (1919); Sulle orme di Renzo (1919), che è forse l’opera nella quale meglio sono coniugati i vari aspetti della scrittura di questo autore; Natura e altre prose selvatiche (1929, che raggruppa Il tribunale verde e Duccio da Bontà); Le tre pievi (1922); Memorie a zig zag (1929); Concerto variato (1933); A vento e sole (1939); Passeggiate lariane (1939); Un giorno sulla dolce terra (1941); Aprilante (1942); Quartiere cinese (1942); Arrivi (1944).

È facile comprendere che la prosa di Linati, descrittiva e frammentaria, poco si presta alla struttura narrativa del romanzo: per questo le sue incursioni nel genere più strettamente narrativo sono caratterizzate dalle immagini descrittive della natura con salti improvvisi verso una visione espressionistica spesso aspra: Barbogeria (1917); Amori erranti (1921); Issione il polifoniarca (1922); Malacarne (1922); Storie di bestie e di fantasmi (1925); Pubertà e altre storie (1926); Due (1928); La principessa delle stelle (1929); Le pianelle del Signore (1932); Il re dello scoglio (1933); Cantalupa (1935 dove è descritto il paese della madre, Gravedona, e dove lui stesso trascorreva lunghi periodi di villeggiatura; Sinfonia alpestre (1937) che dalla critica è considerato il suo risultato narrativo migliore; Decadenza del vizio e altri pretesti (1941); Nerone secondo (1944); Due tempi in provincia (1944).

Linati ha pure scritto volumi di ricordi – Il bel Guido e altri ritratti (1945) e Milano d’allora. Memorie e vignette principio di secolo (1946) – e di viaggi: La regione dei laghi (1931); Impressioni di Bretagna (1933).

Ma forse più significativa fu l’opera di studio, di indagine e di traduzione delle letterature anglosassoni nel periodo fra le due guerre mondiali: periodo nel quale – per ragioni politiche che tendevano ad alzare steccati invalicabili, determinati dalla politica fascista, al provincialismo della cultura italiana – era particolarmente difficile operare in maniera seria e corretta in quella direzione. Linati traduce Joyce nel 1920; Lawrence nel 1929; poi anche Yeats, Synge, Stevenson, de Quincey, Henry James, Dickens, O’ Casey; e nel 1925 presentò per primo in Italia la poesia di Pound e introdusse la conoscenza di Virginia Woolf.

Fu certo la sua propensione espressionista e scapigliata ad avvicinarlo con spirito positivo e propositivo alla grande avanguardia letteraria novecentesca, come è testimoniato anche dagli acuti saggi raccolti in Scrittori anglosassoni d’oggi (1932) introdotti da una lettera a Orlo Williams dove dichiara di amare come “due sorelle” la lingua e la letteratura inglese.

Fonti:

  • G. Boine, Plausi e botte, Firenze 1918.
  • A. Gargiulo Letteratura italiana del Novecento, Firenze 1940.
  • P. Gadda Conti, Montale nelle Cinque Terre, in E. Montale, Meriggiare pallido e assorto. Poesie e prose scelte. Milano 1997.
  • A. Della Torre, Carlo Linati. Como, 1972.
  • C. Angelini, Quattro lombardi (e la Brianza). Milano 1971.
  • P. Gadda Conti; Concerto d’autunno. Milano 1976.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Arazziere
    Un ingegnere milanese viene folgorato, durante i suoi soggiorni a Firenze, dall’idea di riportare in auge la tecnica e l’arte degli arazzi. Assorbito dall’impresa dimentica moglie e figli. Poche poche pagine soffuse dalla leggera ironia tipica dell’autore.
  • Decadenza del vizio
    Si scorge attraverso la lettura di questi scritti il giornalista e il cronista mondano che, pur attento nei riguardi delle avanguardie letterarie sia italiane che europee, si sente ormai uomo d’altri tempi.
  • Due
    Romanzo
    Il primo romanzo di Carlo Linati, del 1928, narra dell’amore tra lo scrittore Gilberto Vallarsa e Patrizia Andreani, giovane e affascinante vedova di uno scultore viennese. Senza dubbio la grande passione di Gilberto resta sempre “al di qua” dell’amore che egli vorrebbe e che egli ricerca con un turbamento che spesso è già rimpianto prima ancora che quanto presagito si sia avverato.
  • Natura ed altre prose selvatiche
    Raccolta di scritti (1906 - 1917) in cui amore per la natura e cenni di tradizione e mitologia si fondono con lieve ironia.
  • Il paese e la figura di Alfredo Oriani
    Una cerimonia in ricordo di Alfredo Oriano è l'occasione per raccontarne la figura, la poetica e la storia personale con lo stupore della scoperta di una Romagna conosciuta per la prima volta.
  • Porto Venere
    Immagini
    Linati, con la sua prosa caratteristica e ridondante, descrive il suo innamoramento per la località – che fu anche oggetto di entusiasmo, probabilmente abbellito di episodi leggendari, per Byron e Shelley – cogliendone gli aspetti che inducono alle riflessioni mitologiche e al racconto fantastico e sempre stemperando la sua scrittura con l’ironia che la caratterizza.
  • La veglia
    (da un dramma di J.M. Synge)
    Libretto dell'opera, musicata da Pedrollo, da un dramma dell'irlandese John Millington Synge.
 
autore:
Carlo Linati
ordinamento:
Linati, Carlo
elenco:
L