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Dall’incipit del libro:
Scienziati e artisti raccomandano il lavoro tenace e paziente. Quando la mente ha più volte contemplato lo stesso soggetto, aumentano le probabilità di occasioni favorevoli alla creazione; tutto quanto può plasmarsi alla idea dominante acquista rilievo, mentre quanto le è estraneo fugge nell’ombra. Così spicca di luce improvvisa quell’immagine che esattamente risponde all’idea; e mentre è effetto di lenta selezione, sembra il risultato di un atto creativo; così si comprende come Mozart, Newton, Wagner affermino che le idee, le armonie e le melodie affluissero loro spontanee ed essi non facessero che ritenerne il meglio». A sua volta Carlyle disse: «Non v’ha differenza sostanziale tra artista e scienziato. Molti poeti furono insieme storici, filosofi e statisti; Boccaccio e Dante furono diplomatici», e noi aggiungeremo che Leonardo da Vinci, Cardano, come negli ultimi tempi D’Azeglio, Humboldt, Goëthe, abbracciarono i campi più svariati dello scibile umano.
È un fatto notorio che molti grandi matematici furono o nacquero da artisti; così vedo nella Biografia di Beltrami, redatta con tanto amore dal Cremona (Roma, 1900), che il Beltrami ebbe avo un abilissimo musico, e padre e zio pittori di merito, e madre nota per belle composizioni musicali; egli stesso era pianista abilissimo, come lo furono Sylvester, Codazzi e come lo sono Porro, Sciacci, D’Ovidio; lo stesso Beltrami dettò una specie di teoria sui rapporti tra la musica e la matematica, pretendendo che il processo mentale applicato alla musica fosse identico, o poco meno, a quello delle matematiche; quasi che nell’uno e nell’altro fossero posti in azione gli stessi organi.


