La Rapsodia n. 10, dedicata al compositore ungherese Béni Egressy, è considerata tra i brani più noti della raccolta, soprattutto per il suo caratteristico stile tipicamente ungherese, presente in special modo in questa rapsodia. È raramente proposta con il titolo di Preludio, proveniente dal nome del primo tempo, che poi, data la struttura libera e breve del brano (simile appunto ad un Preludio), si è esteso a tutta la rapsodia. Il primo tempo (in Mi maggiore) è una brevissima introduzione al tema formata da tre robusti glissandi a due voci e cinque accordi marcati in ff. Subito di seguito un Andante deciso (sempre in Mi maggiore e in f) anticipa il tema in forma variata con diversi colori e sfumature (dolce con eleganza), mentre sin dall’inizio lascia trasparire il carattere spensierato e “danzante” che costituisce l’intero brano. Il tema non tarda ad arricchirsi con graziosi abbellimenti e trilli, che ne rendono ancor più fantasioso l’aspetto. Una sfumante cadenza interrompe il sapore giocoso del primo tempo e lascia spazio ad un Allegretto Capriccioso (in Mi minore), dove si ha un primo “assaggio” del tema principale nel registro grave, staccato e in p. Questo, sempre assai capriccioso e saltellante, si sposta in chiave di violino con delle ottave e comincia anch’esso a variare al fine di imitare degli strumenti tipici delle danze tipo quella riprodotta nel tema. Per esempio il Cimbalom, strumento tipico della tradizione magiara, è imitato in un tremolante trillo nel registro acuto (pp quasi zimbalon). Ecco allora che un Vivace in Do maggiore, composto solamente da lunghi glissandi in crescendo, introduce il tempo successivo e si ripete per due volte sino a condurre finalmente al tema principale nel Più Animato, questa volta chiaro e deciso (sempre forte brioso) e di nuovo in Mi minore. Con carattere brillante e superbo, il tema prosegue in ottave alternate tra le due mani e poi in un Vivacissimo giocoso assai (in ff), tornando in Mi maggiore. Il tutto, con un accelerando, stringe molto in una serie di accordi ribattuti (sf e molto decisi) che pongono fine al pezzo. La decima rapsodia è, sostanzialmente, una lunga introduzione e variazione al tema finale del brano, che esplode poi trionfante. Si dimostra interessante tecnicamente soprattutto per il suo curioso tempo costituito interamente da glissandi, inoltre la sua forma libera è indipendente dai tempi di lassan e friska.
Sinossi tratta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Rapsodie_ungheresi
Dedica: Béni Egressy
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