La Rapsodia n.15 è completamente differente dalle altre rapsodie, infatti essa non rielabora liberamente temi ungheresi raggruppati in strutture più o meno complesse ma si tratta di una libera trascrizione della Marcia di Rakoczy, inno non ufficiale dell’Ungheria e precedente all’inno Himnusz scritto da Ferenc Kölcsey. La marcia fu probabilmente scritta attorno al 1730 da un anonimo in onore di Francis Rákóczi II e venne rielaborata diverse volte nel corso del XIX secolo come da Hector Berloz per esempio, nella sua Dannazione di Faust. Il brano di Liszt si apre con una lunga cadenza di bravura di 13 battute che introduce il tema in la minore della marcia che dura da battuta 14 alla 30 (inizio della Parte “A” di esposizone). Dalla battuta 30 alla 58 segue una frase di intermezzo ed una ripresa del tema che conclude definitivamente l’area tematica in la minore. Da battuta 58 inizia la sezione “B” di sviluppo della marcia, questa volta in la maggiore, e basata su frammenti del tema principale che dura fino alla battuta 127: il tema in la maggiore viene proposto, in pp, in netto contrasto con quello precedente, variato e con ogni variazione separata dal roboante inciso di dominante (btt. 79-83) fino alla lunga cadenza di bravura. In questo punto Liszt propone la sua cadenza ma invita l’interprete ad inserirne una sua personale come come nella Rapsodia n.2. La cadenza dura fino alla battuta 147 dove riprende la sezione “A” di ripresa e rientra il primo tema come da prassi in una marcia. Il breve inciso di sviluppo viene realizzato con dei lunghi glissati e alla fine tutta la marcia termina in la maggiore con un’ulteriore cadenza di bravura composta tutta sulle ottave per concludere spettacolarmente il pezzo.
Sinossi tratta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Rapsodie_ungheresi
lista di esecuzione:
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