La Rapsodia n. 3, dedicata al conte Leó Festetics, è assai sconosciuta rispetto ad altri brani della raccolta ed ha una durata di circa 5 minuti. Non presenta una struttura identificabile nei consueti tempi del lassan e friska, invece è costituita da un unico andamento piuttosto triste e cupo. Inizia con un Andante, il cui tema si presenta prima grave (pesante espressivo) e poi nel registro medio (in f), lento e solenne. Questo subito cade in diminuendo fino a un Allegretto in pp, dove il tema viene variato con note ribattute e arpeggi in scala zingara, non più lenti ma sempre tristi e quasi “piangenti”. Tale carattere prosegue per la parte centrale del brano con un sapore “criptico” e nascosto. Segue di nuovo il primo tema (prima grave e pesante, poi ancora solenne nel registro medio), a cui si susseguono arpeggi di scala zingara, come nella parte centrale, in un lungo diminuendo terminante con 4 lenti accordi in ppp (poco crescendo). Tecnicamente la rapsodia n. 3 è una delle più facili e brevi, ma allo stesso tempo una delle più dolenti. L’uso della scala zingara è comune in molte rapsodie di Liszt, visto che gli stessi motivi zigani trascritti in esse la prevedono.
Sinossi tratta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Rapsodie_ungheresi
Dedica: conte Leó Festetics
lista di esecuzione:
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