Gaston Leroux nacque a Parigi il 6 maggio del 1868, figlio unico di una ricca famiglia borghese di antica origine normanna. Il padre era un intraprendente impresario edile appaltatore di lavori pubblici, mentre i nonni e le generazioni precedenti avevano fatto fortuna come armatori, ed era proprietario anche di un negozio di abiti vicino ai Champs Elysées.
Poche le notizie disponibili relativamente alla sua prima infanzia. Lui stesso racconta di svariate marachelle da ragazzino e adolescente e anche di qualche piccolo guaio con la polizia, ma molti di questi avvenimenti sembrano più inventati o almeno ingigantiti da lui stesso per rendere più avventurosa questa parte iniziale della sua biografia.
Ricevette la sua educazione in Normandia, nel collegio di Eu (dove poi collocherà la permanenza educativa del suo «eroe» Rouletabille). Ottenne la licenza in lettere a Caen e si stabilì a Parigi nell’ottobre del 1886 per iscriversi alla Facoltà di giurisprudenza alla Sorbona, portando a termine i suoi studi di dritto e divenendo avvocato il 22 gennaio 1890. Esercitò la professione fino al 1893, ma non ne era soddisfatto e neppure attratto, tanto è vero che ritardava sempre con varie scuse, nonostante la conclamata abilità e capacità, il passaggio a “maître” vero e proprio.
Cercava di cimentarsi nella composizione letteraria inviando brevi racconti a varie riviste e spesso venivano accettati (senza compenso, ma questo fatto per lui era al momento ininfluente). A soli venti anni aveva già ereditato un patrimonio di un milione di franchi oro, che non durò molto poiché il giovane Gaston aveva il vizio del gioco e evidentemente non era molto fortunato. Pare che in una sola notte di poker si sia giocato tutta l’eredità già impiegata in lucrosi affari con l’acquisto del carico di tre navi di cuoi e pellami. In ogni caso resta il fatto che appena sei mesi dopo la morte del padre aveva dilapidato l’intero patrimonio.
Presto bisognoso di denaro quindi, per arrotondare il suo esiguo reddito di novizio procuratore, si dedicò a scrivere resoconti di processi per il quotidiano “L’Écho de Paris”. Non aspettava altro per gettare alle ortiche la possibile carriera legale. I suoi articoli e resoconti sul famoso processo Vaillant, l’anarchico che aveva lanciato una bomba nella Camera dei deputati, caddero sotto gli occhi di Maurice Bunau-Varilla, potente direttore del giornale “Le Matin”, il quale propose a Leroux di occuparsi della cronaca giudiziaria di quel quotidiano, che a Parigi era il più importante e il più letto. Leroux avrà così occasione di seguire i processi di personaggi singolari, destinati a ispirare quelli dei suoi futuri romanzi.
Grazie a una precisione descrittiva che non tralasciava mai di essere appassionante, Leroux abbastanza rapidamente consolidò una reputazione di cronista giudiziario apprezzato e nei primi anni del ’900 è ormai una firma affermata.
Compì numerosi viaggi in Francia e all’estero, alcuni dei quali al seguito del presidente della Repubblica. Seguì la spedizione artica Nordenskjòld. Dal giugno 1904 al marzo 1906 fu inviato speciale permanente del “Matin” in Russia e in questa veste assisterà ai moti rivoluzionari del 1905, che furono il preludio e l’anticipazione della rivoluzione del 1917.
Nel 1903 era stato pubblicato a puntate il suo primo feuilleton, un romanzo di genere psicologico La double vie de Théophraste Longuet, che già svelava la predisposizione dell’autore per trame intricate e tinte di mistero. La critica definì Théophrast Longuet “il Dr. Jekyll francese”. Pare che il gusto per la narrazione prese il sopravvento sulla meticolosità del cronista e del giornalista compromettendo la sua reputazione di attenzione e rigore nella documentazione e resoconto dei fatti.
Stanley J. Kunitz e Howard Haycraft in Autori del Ventesimo Secolo, scrivono: «Leroux vagò per il mondo in lungo e in largo; il suo spirito avventuroso lo guidava negli angoli più remoti e lo spingeva a entrare e uscire da mille situazioni pericolose». I suoi viaggi lo condussero dalla Finlandia a Nijni Novgorod, e a sud fino al Mar Caspio, poi attraverso l’Italia, l’Egitto e il Marocco. A causa dell’ostilità solitamente mostrata verso gli europei, prese l’abitudine di travestirsi in modo da poter presenziare a certi eventi di persona.
Nel 1907 si verificò il fatto forse cruciale per dirigere la sua carriera nella direzione di scrittore e romanziere. Dopo essere tornato stanchissimo dal Marocco, sullo scenario bellico, Leroux venne svegliato in piena notte da un fattorino del “Matin”. Una corazzata aveva preso fuoco nel porto di Tolone e il direttore del “Matin” avrebbe voluto inviarlo subito sul teatro dell’avvenimento certamente sensazionale. Ma la reazione di Gaston Leroux, sfinito dal precedente incarico, fu di esasperazione e, probabilmente non troppo gentile, provocò l’immediato licenziamento. Un’altra fonte francese fa seguire questa rottura a una escursione sul Vesuvio in un momento nel quale il vulcano non era tranquillo e che pare avesse procurato qualche inconveniente all’audace reporter. Tornato a casa probabilmente con qualche ustione, il direttore lo voleva subito nuovamente in viaggio. Qualche anno dopo ex-cronista, ormai scrittore affermato, e direttore si riappacificheranno, e Leroux pubblicò ben quattordici dei suoi romanzi su “Le Matin”.
In quel frangente comunque fu costretto, allontanato così improvvisamente dall’attività giornalistica, a cercarsi un’altra attività. Si sentiva portato per il teatro, per il quale aveva già scritto vari “pezzi” sulle prime teatrali che avevano luogo nella capitale. Ma il successo fu scarso. Si può ricordare qualche commedia come Alsace scritta insieme a Camille Dreyfus e messa in scena al Théâtre Réjane, e Le Lys scritta con Pierre Wolff che andò in scena al Théâtre Vaudeville. Il suo unico successo come autore autonomo fu La Maison des Judges che rimase in cartellone sei mesi all’Odéon e fu abbastanza apprezzata dalla critica.
Si decise a scrivere e pubblicò a puntate per il periodico “L’lllustration” un romanzo di tensione e con un protagonista nel quale poteva immedesimarsi al meglio: un giornalista. È Le Mystère de la chambre jaune (1907), primo episodio delle avventure straordinarie del reporter Joseph Josephin detto Rouletabille. Il romanzo fu definito, anni dopo, da John Dickson Carr «il miglior racconto poliziesco che sia mai stato scritto».
Il feuilleton riscosse un tale successo che “L’Illustration” volle subito il seguito. Questo sarà Le Parfum de la Dame en noir. Gaston Leroux giunse così al successo come romanziere a 39 anni, a parte l’esempio già citato e che era rimasto quasi isolato di La double vie de Théophraste Longuet.
Pochi anni dopo, nel 1911, uscì Le Fantóme de l’Opera, che confermò e rafforzò la sua fama popolare; il romanzo rimane tra i più famosi e letti del secolo XX; la trama è originalissima (gli imitatori successivi non si contano); ebbe sette trasposizioni cinematografiche, da quella del 1925 con Lon Chaney diretta da Rupert Julian, fino alla versione “rock” di Brian De Palma nel 1974, The Phantom of the Paradise. La fama cinematografica ha certamente un po’ offuscato la sua origine letteraria che meriterebbe di essere sullo stesso piano dei grandi classici del genere, come Frankenstein, Dracula, Dr. Jekyll. Se poi contiamo anche le innumerevoli varianti (per esempio il Darkman di Sam Raimi del 1990) appare chiaro che il destino di questo reietto appare ancorato più che mai al cinema. Il quale però mi pare non sia mai riuscito a darci le stesse emozioni che dà invece nel romanzo l’opera di seduzione, prudente ma implacabile, del protagonista Erik nei confronti di Christine Daaé. Il romanzo ebbe anche trasposizioni teatrali, fu trasformato in musical di enorme successo da Lloyd Webber, e perfino in balletto.
La pubblicazione di questo romanzo fu l’inizio di un lavoro incessante durato venti anni fino alla morte dell’autore.
Gaston Leroux ebbe la capacità di approfittare del dilagante successo del romanzo poliziesco, costruendo e perfezionando alcuni personaggi, memorabili protagonisti di romanzi che riscossero un grandissimo successo di pubblico; diventò il più importante innovatore del romanzo popolare francese.
Nel 1914 si arruolò come volontario e avrebbe voluto andare in guerra. La sua avventura bellica dura solo tre mesi: ha ormai 46 anni e soprattutto una stazza fisica esageratamente imponente: pesa 113 kg!
L’attività narrativa di Gaston Leroux lo portò a diventare ben presto uno dei punti di riferimento tra i romanzieri che operarono nel campo del mistero, seguendo almeno in parte la tradizione avviata soprattutto da E. A. Poe; scrisse complessivamente trentaquattro romanzi che in gran parte vanno a costituire due cicli, imperniati su due celebri personaggi: il reporter-investigatore Rouletabille e il gangster Chéri-Bibi.
Il primo ciclo comprende, oltre a Le Mystère de la chambre jaune (1907), Le Parfum de la Dame en noir (1901), Rouletabille chez le Tsar (1913), Le Château noir (1916), Les Etranges Noces de Rouletabille, Rouletabille chez Krupp, Rouletabille chez les Bohémiens. Non è difficile scorgere in Rouletabille, quasi un alter ego dello scrittore. Di grandissima intelligenza e notevole perspicacia Rouletabille è in realtà soprattutto portatore di buon senso e raziocinio. Le sostituzioni di persona e le trasformazioni più impreviste e inverosimili svelano il gusto dello scrittore per la simulazione e la manipolazione.
Al ciclo di Rouletabille seguirà negli anni ’20 – ma inaugurato nel 1914 – il ciclo di Chéri-Bibi, che si impernia sulle ambigue disavventure di un evaso dalla Cayenna, fuorilegge per necessità e malgrado le sue inclinazioni, oppresso e perseguitato dalla società; questo ciclo comprende cinque romanzi: Le Cages flottantes, Chéri-Bibi et Cécily, Fatalitas!, Palas et Chéri-Bibi, Le Coup d’État de Chéri-Bibi; sull’onda del grande successo che ebbe Fantomas di Allain e Souvestre anche Chéri-Bibi si trasforma da spietato assassino in paladino degli innocenti, formula che era ormai collaudata dal romanzo popolare francese. La prima avventura di Chéri-Bibi venne pubblicata da “Le Matin” in 120 puntate dal 5 aprile al 4 agosto 1913. La seconda venne pubblicata sempre su “Le Matin” tra il 18 aprile e il 7 agosto 1919, la terza in 18 puntate tra il 16 luglio e il 4 ottobre 1925. Tra le numerose versioni cinematografiche ricordiamo solo quella del 1955 perché di produzione italo-francese diretta da Marcello Pagliero e distribuita in Italia con il titolo Il forzato della Guiana. Fu girato a Cinecittà e gli esterni a Parigi.
Gaston Leroux scrisse anche un gran numero di romanzi isolati, tra i quali figurano, oltre al celeberrimo Le Fantòme de l’Opera, del quale abbiamo accennato sopra, Sur mon chemin, Les Héros de Chemulpo, Le Fauteuil hanté, L’Homme qui revient de loin, Le Coeur cambriolé, L’Homme qui a vu le Diable, La poupée sanglante, La Machine a assassiner.
Scrisse anche, dal 1897 al 1918, sette lavori teatrali, tra i quali abbiamo il già citato La Maison des Juges e Le Lys.
Da sottolineare il suo interesse pionieristico per il cinema, la nuova arte nascente. Nel 1918 fonda con alcuni amici la Société des Cinéromans, contribuendo sotto vari aspetti – fu produttore, sceneggiatore e infine nuovamente cronista su “Le Matin” – alla realizzazione di numerosi film. Del resto, molti dei suoi romanzi, oltre a Le Fantôme de l’Opera, sono stati portati sia sulla scena teatrale che sullo schermo cinematografico.
Leroux si cimentò anche nel genere fantascientifico e horror: La poupée sanglant, La bataille invisible, La machine à assassiner, dove è ripreso il tema dell’automa assassino. La descrizione dalla vita dei bassifondi parigini – tema ricorrente nella letteratura francese, dai Mystères de Paris di Sue ai Misérables di Hugo – occupa un posto importante nelle opere di Leroux con Le roi mystére del 1910 e La reine de Sabbat del 1913. In ultima analisi lo stesso personaggio di Chéri-Bibi può vedersi come ispirato alla figura di Jean Valjean e il Fantasma dell’opera non può non ricordare il Quasimodo di Notre-dame de Paris.
In conclusione possiamo dire che l’opera di Gaston Leroux, per il suo gusto sempre in bilico tra il macabro e il delicato e carezzevole, ma forse soprattutto per la sua predisposizione così portata al teatro – Leroux non può mai rinunciare al colpo di scena – riesce a rappresentare gli aspetti migliori del genere feuilleton; altri aspetti salienti sono la capacità di far apparire “normale” quello che è palesemente esagerato e incredibile e una capacità davvero notevole per tratteggiare e descrivere i personaggi secondari che in questa maniera riescono almeno per qualche pagina e non essere comprimari. Dopo di lui non c’è più stata una simile sintesi di questo genere narrativo che si è spesso frammentato in genere poliziesco, spionistico, macabro.
Gaston Leroux morì ricchissimo, a Nizza, in Costa azzurra dove risiedeva ormai da quasi vent’anni, il 15 aprile del 1927.
Fonti:
- G. Pilo e S. Fusco: Introduzione e nota biobibliografica a G. Leroux. Storie macabre. Roma 1995.
- AA.VV.: Hommage a Gaston Leroux. Parigi 1954.
- Gaston Leroux in “Europe” nn. 526-527, 1981.
- Ann C. Hall: Phantom Variations. The Adaptations of Gaston Leroux’s Phantom of the Opera. Jefferson, North Carolina, and London, 2009.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Il mistero della camera gialla
Eroe di questo romanzo sul classico “mistero della camera chiusa” è l’investigatore Rouletabille, nella vita giovanissimo giornalista, globetrotter, freddo e astuto, gran mangiatore, con capacità eccezionali di osservazione e intelligenza, ammirato anche da Agatha Christie. Il romanzo, dalla trama intricata ed appassionante, ha avuto numerose versioni cinematografiche.