Con il patrocinio del Centro nazionale Studi Leopardiani
Dall’incipit del libro:
Era morta la lampa in Occidente,
E queto ’l fumo sopra i tetti e queta
De’ cani era la voce e de la gente:
Quand’i’ volto a cercare eccelsa meta,
Mi ritrova’ in mezzo a una gran landa,
Bella, che vinto è ’ngegno di poeta.
Spandeva suo chiaror per ogni banda
La sorella del sole, e fea d’argento
Gli arbori ch’a quel loco eran ghirlanda.
I rami folti gian cantando al vento,
E ’l mesto rosignol che sempre piagne
Diceva tra le frasche suo lamento.
Chiaro apparian da lungi le montagne,
E ’l suon d’un ruscelletto che correa
Empiea il ciel di dolcezza e le campagne.
Fiorita tutta la piaggia ridea,
E un’ombra vaga ne la valle bruna
Giù d’una collinetta discendea.
Sprezzando ira di gente e di fortuna,
Pel muto calle i’ gia da me diviso,
Cui vestia ’l lume della bianca luna.


