Dall’incipit del libro:
O Tizio, ti confesso di avere un pessimo carattere: – tu e li altri intorno assentite, sorridendo: – comunque, mi compiace: – il vostro sorriso scompare dalle labra dove lo sostituisce una smorfia: – anzi, vi dirò, che, per differenziarmi dalla palude borghese che tenta invischiare tutta la vita italiana, vado a coltivarmelo con gran cura di reattivi velenosi, di caustici esasperanti. Voi crollate la testa, commiserandomi, e, vista la mia pervicacia – che mi danneggia – mi raccomandate alla psichiatria. Io devo infatti patire di qualche morbo al cervello: ostinarsi a prediligere alcune pregiudiziali che ad ogni muover di passo ti domandano: «Dove vai? In che modo vai?» – ad ogni giudizio che formoli: «Dimmene la ragione? Ed a che prò?» – ad opera compiuta: «Bada che tu devi sostenerla come parte dell’anima tua; è necessario che sia cordialmente gratuita; bisogna che sia esposta sinceramente».



