Dall’incipit del libro:
È stato ed è norma quasi aristocratica questa, la quale assegna a qualunque ben nato critico – quando voglia discorrere con fondamento, ragioni ed opportunità di un autore, di un artista – la perfetta conoscenza non solo delle opere di lui sì bene anche della sua vita. Vita ed opere di uno scrittore, esercitate nello stesso tempo, nello stesso ambiente in cui egli produce, si rischiarano a vicenda, si penetrano, si confondono, danno la totalità. Come non si può non conoscere l’epoca in cui tale personaggio si esercita e compie le sue gesta, così non è mai chiara completamente al critico la lirica di un poeta se non ne conosca la fisiologia, spesso, la patologia: ché allo studio integrale di lui giovano e le nozioni di ciò che di più nobile espresse il suo cervello, come quanto di più comune si avvicendò giornalmente nel suo corpo, nella sua casa, nelle sue abitudini.



