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Dall’incipit del libro:
Mai fine di secolo assunse caratteri più strani delli attuali, produsse più svariate tendenze, suscitò maggiori sconforti e maggiori entusiasmi. – Così avviene che l’epoca nostra brilla di una luce tutta sua speciale. – presenta fenomeni non prima riscontrati, freme di febbri di ora in ora gelide e ardenti. – La società si è scissa in due campi: i vessilli spiegati garriscono al vento della notte misteriosa, poi che già da lontano l’orizzonte si imbianca a l’aurora.
I.
Nelli animi, il presagio del sangue imprime un invincibile terrore, un desiderio intenso di soffermar l’avvenire, un bisogno irrefrenabile di ricorrere all’autorità della tradizione per dimostrare erroneo e colpevole ogni tentativo di sociale riforma. – Donde l’esumazione trionfale di San Tomaso d’Aquino, il ritorno alle modeste leggende care a’ primi cristiani, la riabilitazione affannosa di ogni ideologismo e di ogni spiritualismo, – infine lo studio morboso ed imbelle di un passato che distolga lo sguardo dalla urgente realità, sproni al bizantinismo e procuri il trionfo della psiche contro la fusis. Solo un ambiente siffatto può dar ragione del feroce cattolicesimo di Paolo Bourget, del cristianesimo fatalistico di Leone Tolstoi; meglio ancora di quel panteismo complesso e faragginoso che si compiace dei simboli.


