Dall’incipit del libro:

Or faccio il Giardiniere:
non vi han detto: «Coltiva rosai in riva alle paludi?»
Perfettamente, son io e schietto,
IL MELIBEO: e faccio il Giardiniere-per-bene.

Ho coltivato e vado scegliendo rosa da rosa,
tutte rose innocenti, quasi senza profumo:
rose di seta, di panno, di velluto;
rose che sembran camelie, frigide e pretenziose,
rose di strano e pur comune tessuto.
Immetto, tra la folla dei concorrenti astiosi,
la mia candidatura al Premio di Virtù.

Vi è un Premio di Virtù, parmi, in Italia,
ne traffican Curato e Ministro, ambo salesiani.
Ci allevano, così, ampia covata emerita
d’impostori e di lerci ciarlatani:
son quelli che verranno, all’indomani,
in sui trionfi rossi, provvidamente impiccati.

Or faccio il Giardiniere ameno e cortese:
ho pur castrato, qui, tutti li Eroi:
in generale saran dei Fantocci,
e, se hanno sesso, lo copriran folto;
tutti qui gridan per l’Ideale;
ne hanno, in compenso, la pancia vuota:
son futuristi, o quasi, per morire di fame.

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titolo:
Le antitesi e le perversità
titolo per ordinamento:
antitesi e le perversità (Le)
autore:
opera di riferimento:
“Le Antitesi e le perversità”, di Gian Pietro Lucini; per cura, introduzione e note di Glauco Viazzi; con una testimonianza di Terenzio Grandi; Guanda Editore, prima edizione; Collana Fenice, sezione poeti; Parma, 1970
cura:
Glauco Viazzi
licenza:

data pubblicazione:
24 dicembre 2006
opera elenco:
A
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Paolo Oliva, paulinduliva@yahoo.it